24 Aprile 2024

La religione dei samurai

La religione dei samurai
La religione dei samurai

Non è difficile capire perché lo Zen divenne la religione dei samurai : le sue tecniche risultavano di fondamentale importanza per allenate la mente ad abbandonare il ragionamento razionale e perfezionare l’auto-controllo necessario per sconfiggere la paura in battaglia e il timore della morte.

Lo Zen potenziava il coraggio, la prontezza, l’abilità e l’equilibrio psicofisico del novizio; caratteristiche indispensabili per un buon guerriero.
Il samurai, fin da bambino, imparava a non tradire nessuna emozione e a controllare il suo spirito. Per fare ciò serviva una grande volontà di sacrificio e interminabili ore di esercizio.
Ben presto si capì che il buddismo Zen poteva essere molto di più che una religione: poteva far acquisire, grazie alle particolari pratiche, quella indifferenza per la vita che avrebbe permesso ai samurai di diventare perfette macchine da combattimento.
Infatti, sul campo di battaglia, i samurai si raccoglievano in meditazione fino a raggiungere il vuoto mentale: secondo lo Zen, infatti, il ragionamento razionale avrebbe privato il combattente della forza necessaria per arrivare alla meta, condizionandolo negativamente.
Fu così che i templi buddisti cominciarono a ospitare i guerrieri che intendevano imparare le discipline mentali dei monaci.
La dottrina dello Zen era perfetta: non richiedeva lo studio di testi complessi e neppure una particolare istruzione. Ognuno poteva sviluppare le proprie potenzialità nascoste praticando le tecniche della concentrazione.
Particolarmente usata era la tecnica della respirazione addominale (bara). Attraverso di essa, infatti, l’uomo univa la sua respirazione fisica con quella cosmica; più ci riusciva, più si integrava con l’ambiente, sviluppando i suoi poteri intuitivi e percettivi.

Tratto dal libro “Zen” – Key Book

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