MICRODOSI: L’ESPERIENZA DI UNA GINECOLOGA

Le molteplici applicazioni dei farmaci in microdosi in ginecologia e nei principali disturbi legati alla gravidanza
Occupandomi di Medicina Integrata, sono sempre molto attenta a sperimentare metodi di cura che, sempre
all’interno di una diagnosi energetica e di una visione completa dell’individuo, ci permettano di aiutare la paziente e, allo stesso tempo, di fare una buona pratica.
LE MICRODOSI IN GRAVIDANZA
La Microdosi, sono senza dubbio, una tecnica efficace, priva di effetti collaterali e di semplice somministrazione: caratteristiche queste importanti per essere utilizzate da una donna in gravidanza.
Se a questa caratteristiche aggiungiamo che è anche una tecnica assolutamente economica, il suo utilizzo nelle comuni patologie ginecologiche (per esempio: dismenorrea, alterazioni del ritmo e della quantità del ciclo mestruale, disordini endocrini semplici) può risultare di grande aiuto.
La microdose è una diluizione ponderale di un particolare rimedio terapeutico che va dai comuni principi attivi dei farmaci a quelli dei rimedi fitoterapici (tinture madri di piante fresche, oli essenziali, estratti fitoterapici di erbe di medicina cinese) fino a sostanze di tipo organico (estratti di ghiandole e tessuti).
I rimedi che si ottengono, riducendo di 1000-15000 volte le dosi normalmente usate nella somministrazione giornaliera di un normale farmaco, contengono ancora piccole quantità di sostanza che non solo svolge a pieno la sua funzione, ma spesso ne potenzia gli effetti terapeutici.
Il mio utilizzo delle microdosi spazia dalla gravidanza ai comuni problemi ginecologici.
In particolare, uso le microdosi dei farmaci anti-emetici per trattare il vomito gravidico resistente a ogni tipo di trattamento fitoterapico o omeopatico.
Lo stesso uso di antibiotici in microdosi, spesso non utilizzabili nei dosaggi classici perché nocivi per il feto, si è rivelato uno strumento di cura formidabile per trattare quelle infezioni urinarie che, in gravidanza, possono essere pericolose in quanto attivatrici di precoce attività contrattile uterina.
Entusiasmante è stata la sperimentazione delle microdosi di farmaci tocolitici, usati per ridurre l’attività contrattile uterina nelle minacce d’aborto, dopo la quartq settimana o nelle condizioni di ipercontrattilià uterina nei periodi più pericolosi, e cioè dalla 24 settimane in poi.
Questi farmaci, qualora assunti nel classico dosaggio giornaliero, inducono molto spesso effetti collaterali importanti, tra i quali tachicardia severa e senso di oppressione al petto; a volte, anche con scarsi risultati di tocolisi (rilassamento del muscolo uterino).
La mia esperienza con le donne a cui ho consigliato le microdosi di farmaci tocolitici mi permette di dire che si è dimostrata una tecnica efficace sia per la scomparsa delle contrazioni uterine sia per la mancata comparsa degli importanti effetti collaterali prima citati.
Sicuramente, anche per i farmaci tocolitici in microdosi si può parlare, quindi, di ampliamento degli effetti terapeutici.
Inoltre, la facile somministrazione e il così basso dosaggio di farmaco rassicura le donne poiché, in genere, questo tipo di terapia si prolunga fino alla 35^- 36^ settimana, allo scopo di evitare i rischi di parto pretermine. Questo è sicuramente un elemento in più che migliora l’aderenza alla terapia delle pazienti.
Nel travaglio di parto, qualora fosse necessario indurre il travaglio o potenziare l’attività contrattile uterina, le microdosi di ossitocina si stanno dimostrando un metodo di aiuto valido e maneggevole.
Valido in quanto, nella mia esperienza, la somministrazione di 2 gocce sopralinguali di microdosi di ossitocina ogni 30-60 minuti induce la comparsa di attività contrattile uterina o ne regola quella presente ma incoordinata.
Maneggevole in quanto non è necessario immobilizzare le donne con flebo di ossitocina e, tranne che per la necessaria ascoltazione del battito cardiaco fetale, sono libere di muoversi e di assumere le posizioni che desiderano (condizioni queste naturalmente analgesiche nonché fondamentali per la normale discesa del feto nel canale del parto). Allo stesso modo, le microdosi di ossitocina nell’immediato postpartum ci aiutano a controllare il rischio di emorragie che possono verificarsi nelle ore successive al parto.
Per concludere, i frequenti problemi di lombosciatalgia acuta e cronica in gravidanza (dovuti o a una fisiologica rotazione anteriore del bacino o a preesistenti problematiche posturali) possono essere gestiti con successo con le microdosi dei più comuni farmaci antidolorifici e antiinfiammatori, anche se è sempre opportuno ricorrere anche a una consulenza osteopatica e a un idoneo lavoro corporeo.
LE MICRODOSI IN GINECOLOGIA
Altrettanto valido l’aiuto che le microdosi ci possono dare in ginecologia.
Sicuramente efficace è l’uso delle microdosi di antibiotici soprattutto per le infezioni da batteri anaerobi o protozoi.
Tra tutte, le più frequenti, ma anche le più resistenti a terapia medica, sono quelle dovute a Trichomonas o a Gardnerella.
In questi casi, le microdosi di metronidazolo per un periodo di circa 15 giorni risultano molto più efficaci della somministrazione classica, spesso non risolutiva, in alti dosaggi, concentrati in pochi giorni di somministrazione.
Per le condizioni di menometrorragia disfunzionale, o per iperplasie endometriali semplici, condizioni per le quali è consigliabile l’assunzione di progestinici per via orale, l’uso delle microdosi risulta efficace e maneggevole.
Ancora, sempre per metrorragia, menorragia e polimenorrea, le microdosi di acido tranexamico (antifibrinolitico ed emostatico) possono associarsi alle microdosi di progestinici, soprattutto nelle fasi di sanguinamento acuto.
Infine, nel trattamento della sindrome climaterica o anche nella prevenzione dell’osteoporosi in post-menopausa, il tibolone, ormone sessuale ad attività estrogenica e progestinica, quando usato in microdosi, risulta efficace nel controllare tutti i sintomi climaterici: le vampate di calore, l’insonnia, le variazioni d’umore.
Infine, occupandomi di Medicina Tradizionale Cinese (agopuntura) e di fitoterapia cinese, sto sperimentando anche l’uso delle microdosi con le erbe cinesi:
con questa modalità di somministrazione si riescono ad assumere le stesse sostanze, che spesso hanno sapori e consistenze estremamente sgradevoli, con risparmio economico veramente notevole.
Il campo d’azione delle microdosi è veramente ampio e credo che, con l’aiuto e la forza creativa delle donne, possano aprirsi ulteriori preziosi spazi di cura.
Antonietta Cilumbriello
Specialista in Ostetricia e Ginecologia
Medicina Tradizionale Cinese –
Agopuntura, Fitoterapia Cinese