03 Dicembre 2023

Una storia

Una storia
Una storia
Da bambina trascorrevo l’estate in montagna, dove la mia giornata scorreva perlopiù in solitudine in mezzo ai boschi.
Essendo una bambina molto timida, mi risultava difficile fare amicizia con gli ‘umani’, ma mi trovavo completamente a mio agio quando ero in mezzo alle piante, ai ruscelli, e soprattutto ai sassi . Ne portavo a casa praticamente ogni giorno . Bianchi, neri, verdi…. ognuno aveva una caratteristica che lo rendeva ‘unico’ ai miei occhi, tanto da meritare di
portarlo a casa con me.
… Ma il mio preferito era un enorme sasso, che a causa della sua forma avevo soprannominato ‘l’elefante’.
Era davvero molto grande, e si trovava nei pressi di casa mia, immerso in mezzo ai boschi di castagni, la sua sagoma ricordava un pacifico pachiderma grigio, accucciato in terra.
Non saprei dire quante ore e giorni possa aver trascorso seduta su quella pietra, nel corso degli anni, ad ascoltare i rumori, osservare gli insetti, sognare e giocare, ma sicuramente moltissime, anche perchè sopra l’elefante il tempo sembrava letteralmente volare.
Ripensandoci ora, con le conoscenze attuali, a contatto con quel sasso, sicuramente ‘vivo’, (almeno per me), sperimentavo il dissolversi di tutte le paure, i problemi, le sofferenze che avevo dentro, e pur senza che me ne accorgessi, ogni giornata trascorsa cosi era una sessione di terapia energetica, molto preziosa.
Recentemente mi sono trovata a ripensare a quei momenti, e a desiderare di poter riavere vicino il mio… elefante. Sono sicura che nei momenti di insicurezza mi darebbe un gran sollievo poter sentire la forza della pietra, della sua stabile e duratura pace.
I pensieri corrono, anche troppo per la verita, mentre la Terra rimane al suo posto, e ci ricorda che tutto e passeggero.
Quindi non ho dubbi nel credere alla vita che anima le pietre, in ogni forma esse si presentino, sia come cristalli trasparenti e luminosi, sia come umili ed opachi ciottoli di strada.
sezione a cura di Deborha Nappi

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