In cosa consiste e perché viene richiesto l’esame di biopsia della prostata?
Il cancro della prostata e per frequenza la seconda causa di morte per cancro nei maschi oltre i 50 anni.

Se dopo la raccolta di una completa storia clinica e un’accurata visita medica, compresa l’esplorazione rettale, si ha il sospetto dell’esistenza di un cancro della prostata, si devono eseguire ulteriori indagini al fine di ottenere una diagnosi esatta e quindi una terapia adeguata.
Il più delle volte viene richiesta la biopsia della prostata, che consiste nel prelevare piccoli frammenti di tessuto prostatico per analizzarli microscopicamente.
La biopsia prostatica può essere effettuata seguendo quattro diverse tecniche.
1. Inserimento di un ago nella ghiandola attraverso la cute che si trova tra la base del pene e l’ano (perineo) o attraverso la parete del retto.
2. Aspirazione di tessuto attraverso un ago connesso a una siringa.
3. Intervento chirurgico con esteriorizzazione della ghiandola.
4. Cistoscopia.
Agobiopsia
Preparazione necessaria per l’esame di biopsia della prostata
Tutte le biopsie eseguite in questa zona per mezzo di un ago richiedono il completo svuotamento del retto, ottenuto con successivi enteroclismi di vario tipo, prima della biopsia.
Possono essere somministrati anche farmaci per sterilizzare l’urina. Nel caso si intenda eseguire una cistoscopia, di solito questa viene eseguita in anestesia generale e il paziente viene sedato un’ora prima dell’intervento.
Come viene eseguito l’esame di biopsia della prostata?
Agobiopsia per via perineale.
Il paziente viene posto in decubito supino su un lettino con le cosce sollevate da appositi sostegni (posizione da litotomia). La cute che si trova tra la base del pene e l’ano viene disinfettata con una soluzione antisettica.
L’iniezione dell’anestetico locale nel sottocutaneo e nei tessuti più profondi è accompagnata da una sensazione di puntura e bruciore. Il medico introduce, quindi, un dito guantato nel retto per guidare l’ago da biopsia verso la prostata.
A questo punto egli estrae il dito e introduce l’ago da biopsia nella prostata, estraendolo poi rapidamente. Di solito questa manovra viene ripetuta due o tre volte per ottenere dei campioni adeguati per l’esame microscopico.
Agobiopsia per via rettale.
In questo caso l’ago da biopsia viene introdotto nella prostata attraverso la parete del retto.
Un piccolo rettoscopio viene inserito nel retto e attraverso di esso l’ago da biopsia viene guidato contro la parete del viscere fino all’interno della prostata.
Questa manovra viene ripetuta due otre volte al fine di ottenere un numero adeguato di campioni per l’analisi microscopica.
Aspirazione della prostata tramite ago.
Il medico prende nel palmo della sua mano un ago lungo e sottile connesso a una siringa, tenendo la punta dell’ago all’altezza della punta del suo dito indice.
L’ago è ricoperto da un secondo guanto attaccato al palmo della mano del medico e al suo dito indice. Il dito guantato viene inserito nel retto e l’ago viene guidato contro la parete del viscere, subito al di sotto della prostata.
La punta dell’ago viene, quindi, sospinta attraverso il guanto e la parete del viscere fin dentro la prostata. A questo punto il medico tira il pistone della siringa e aspira in essa le cellule prostatiche.
Questa manovra viene ripetuta più volte e l’ago viene quindi estratto. Il materiale aspirato viene, quindi, spremuto dalla siringa su un vetrino per essere esaminato al microscopio.
Dove e da chi viene eseguito l’esame di biopsia della prostata?
Le agobiopsie sono degli esami relativamente semplici. Di solito possono venir eseguite in anestesia locale in uno studio medico o in un ambulatorio ospedaliero.
Se si deve ricorrere all’anestesia generale, occorre il ricovero in ospedale. I pazienti più anziani e quelli affetti da malattie cardiache o altre malattie croniche devono anch’essi venir ricoverati e tenuti sotto controllo per un giorno dopo l’esame. La biopsia viene sempre effettuata da un medico.
Quanto tempo dura l’esame di biopsia della prostata?
Da quindici a trenta minuti.
Come ci si sente dopo l’esame di biopsia della prostata?
Se si esclude il disturbo associato all’esplorazione rettale, è un esame che provoca poco o nessun dolore.
Rischi connessi all’esame di biopsia della prostata
La presenza di un po’ di sangue nelle urine e il dolore alla minzione sono postumi comuni di questo esame e possono richiedere il cateterismo e lavaggi della vescica e dell’uretra. Rare complicanze sono un’emorragia massiva all’interno della prostata o l’infezione della ghiandola. È bene che il paziente discuta col proprio medico il suo rischio specifico.
Biopsia prostatica aperta
In cosa consiste e perché viene richiesto l’esame di biopsia della prostata?
La biopsia prostatica aperta è un intervento chirurgico che di solito viene effettuato su soggetti di età inferiore ai 70 anni, che presentano lesioni croniche della prostata di natura sospetta e che possano eventualmente venir curati con la rimozione chirurgica di tutta la ghiandola prostatica.
Preparazione necessaria per l’esame di biopsia della prostata
Prima dell’intervento viene raccolta la storia clinica del paziente che viene, quindi, sottoposto a visita medica e a esplorazione rettale.
Vengono anche effettuati i comuni esami del sangue e delle urine, una radiografia del torace e un tracciato elettrocardiografico.
Il paziente deve essere digiuno da 12 ore e gli viene iniettato un sedativo un’ora prima dell’intervento.
Come viene eseguito l’esame di biopsia della prostata?
Dopo che il paziente è stato addormentato, egli viene posto o con le cosce sollevate e divaricate, o supino sul tavolo operatorio.
Il chirurgo può praticare l’incisione sia nella zona compresa tra la base del pene e l’ano (perineo), sia nella parte inferiore dell’addome, proprio al di sopra del pube.
In entrambi i casi egli raggiunge la prostata e ne preleva un campione sotto controllo visivo diretto.
La prostata viene, quindi, suturata con alcuni punti e viene lasciato un drenaggio nella ferita.
Dove e da chi viene eseguito l’esame di biopsia della prostata?
In una sala operatoria, da parte di un chirurgo.
Quanto tempo dura? Si tratta di un intervento chirurgico di un certo impegno, che richiede 1-2 ore.
Come ci si sente dopo l’esame di biopsia della prostata?
Durante l’intervento il paziente non prova dolore in quanto è in anestesia generale.
L’andamento della convalescenza varia a seconda se è stata rimossa tutta la ghiandola o no.
Rischi connessi al l’esame di biopsia della prostata
Un’alta percentuale di pazienti diventa impotente in seguito a questo intervento. E’ bene che ogni paziente ne parli col proprio medico.
Si possono anche avere difficoltà alla minzione, bruciori durante la minzione, infezioni e lesioni della parete del retto.
La biopsia aperta della prostata deve essere effettuata solo quando il medico è convinto della sua assoluta necessità.
tratto dal libro “Gli Esami Clinici” di Mario Laffey Fox e Truman G. Schnabel – Ed. Euroclub