Il Seno

Il seno, uno dei segni più vistosi della femminilità, molto più di un abbellimento o di un simbolo sessuale. Le mammelle, che sono ghiandole sudoripare modificate, rappresentano uno dei più miracolosi e notevoli sistemi del corpo femminile.
Descritte in arte fin dai tempi più antichi come attributo di bellezza e desiderabilità, esse sono anche il simbolo più tenero della maternità.
Questo legame tra madre e figlio è stato dipinto da tempo immemorabile dai più grandi maestri che hanno immortalato questo tenerissimo atto, fine e fondamento della vita.
All’età della pubertà (che varia dagli 8 ai 18 anni) si risveglia l’attività ormonale e le mammelle cominciano a svilupparsi. Esse si ingrossano ed i depositi di grasso aumentano finché raggiungono la loro piena forma.
Da allora si ingrossano mensilmente, prima di ogni mestruazione, e tornano alle loro normali dimensioni alla fine di ogni ciclo.
La gravidanza ne raddoppia il peso, e l’allattamento adempie al loro vero scopo, che è quello di dare nutrimento. Le mammelle sono composte in maggior parte da tessuto adiposo, hanno una componente ghiandolare composta da 17 unità che producono latte.
Ognuna di queste unità, a forma di grappolo, contiene migliaia di microscopici sacchettini (alveoli) che secernono latte. Ogni unità ghiandolare possiede un proprio sistema di dotti che raccoglie il latte dagli alveoli e lo convoglia in un dotto principale che finisce nel capezzolo. I capezzoli sono fatti di tessuto erettile che si indurisce quando è stimolato dalla suzione.
Per tutta la vita le mammelle sono quasi completamente sotto il controllo ormonale. Cominciano a svilupparsi inizialmente con la produzione di ormoni secreti dalle ovaie.
All’inizio della gravidanza gli ormoni della placenta (estrogeni e progesterone) fanno ingrossare le mammelle con la proliferazione dei tessuti delle ghiandole e dei dotti.
Al momento della nascita del bambino un altro ormone (prolattina) secreto dall’ipofisi stimola la produzione di latte che continua fino al termine dell’allattamento.
Dapprima le mammelle producono circa mezzo litro di latte al giorno, che può in seguito aumentare notevolmente. Oltre a dare modo alla madre e al bambino d vivere un’esperienza piacevole e serena, il seno durante l’allattamento dà soprattutto al bambino un cibo perfetto, ricco di anticorpi.
Un altro vantaggio dell’allattamento, spesso misconosciuto, è quello di stimolare l’utero a contrazioni ritmiche che fanno si che riduca rapidamente quella forma floscia che prende dopo il parto, facendolo ritornare alle sue proporzioni normali a forma di pera.
Nemmeno settimane di strenui esercizi possono paragonarsi all’efficacia di questo stimolo. Le mammelle possono ammalarsi ed oggi le donne sono più che mai consapevoli di questo processo e dei suoi effetti debilitanti.
Le statistiche dicono che il 25 per cento della popolazione femminile ha disturbi al seno nell’arco della propria vita, ma che molti sono di natura benigna e non tali da mettere in pericolo la vita.
Il fatto che nel 7 per cento delle donne si sviluppi ad un certo momento un carcinoma mammario incute paura, anche se è molto meno terribile se si considera che una donna ha il 93 per cento delle probabilità di non averlo mai nella sua vita.
La consistenza ghiandolare può provocare in certe donne un seno fibrocistico, che spesso diventa dolente al momento della mestruazione (mastopatia fibrocistica).
Quali che siano la consistenza e l’aspetto del seno, è importante che la donna impari a conoscerlo. Anche se ogni controllo ginecologico di routine comprende un esame del seno, ogni donna dovrebbe ripeterlo ogni mese circa, due giorni dopo la fine della mestruazione.
La donna è la migliore difesa di se stessa. La donna che esegue questa manovra coscienziosamente può scoprire la più piccola massa, anche prima che se ne accorga il suo medico, e le donne che hanno un seno cistico sono spesso in grado di riconoscere un nodulo nuovo o diverso che dovrebbe richiedere ulteriori indagini.
L’ingrossamento di una mammella (ginecomastia), una perdita, specie se sanguigna, da un capezzolo, il raggrinzimento della cute che le dà l’aspetto della buccia d’arancia, la retrazione del capezzolo sono sintomi che vanno subito esaminati da un medico.
La scoperta precoce di noduli al seno mediante l’autopalpazione, la mammografia, la xerografia e la loro successiva diagnosi mediante aspirazione e biopsia chirurgica, hanno condotto a progressi notevoli nella cura dei disturbi della mammella, soprattutto del cancro del seno.
Una diagnosi precoce e la cura relativa hanno portato in molti casi a esito felice.
tratto dal libro “Gli Esami Clinici” di Mario Laffey Fox e Truman G. Schnabel – Ed. Euroclub