Wild Rose , la rosa canina

Se può condividere la sua crescita con un sostegno, è capace di arrampicarsi fiduciosa fino alla cima
Bach ha scelto la più semplice delle rose per il suo rimedio: la rosa selvatica, o rosa canina. Wild Rose fa parte del gruppo dei Secondi Diciannove (estate 1935) e viene preparata col metodo della bollitura.
Perciò non rappresenta, come i Dodici Guaritori, l’essenza di una personalità, ma lo stato mentale che insorge quale reazione a difficoltà della vita e traumi. La incontro di frequente sui sentieri e ho modo di
osservarla in ogni stagione dell’anno. Durante tutto l’autunno, e a lungo in inverno, i suoi “frutti” rossi rallegrano l’anima, sembrano aver trattenuto il calore dell’estate e del sole, nutrono, curano e trasmettono forte vitalità. Accendono qualcosa dentro, fanno venire voglia di ridere, correre, amare.
Quanto fuoco! Risvegliano, come le perle di luce che pendono dai suoi rami nudi dopo la pioggia nelle giornate invernali, o come il fastidio provocato dal sentirsi all’improvviso i vestiti trattenuti o la pelle graffiata dalle sue spine passandole accanto. Più di una volta mi sono meravigliata della forza che hanno alla base i suoi steli. Sono robusti, vigorosi, soprattutto in alcune vecchie piante. La crescita è disordinata, ma alcuni di essi s’innalzano diritti, per poi però puntualmente arcuarsi e ricadere, come avessero cercato o creduto in qualcosa e, non avendo trovato, non potessero che lasciarsi andare verso il basso e penzolare nel vuoto.
Se può condividere la sua crescita con un sostegno, è capace di arrampicarsi fiduciosa fino alla cima per poi comunque ricadere sconfitta, arresa. “Senza ragioni chiare e sufficienti”, come dice Bach, diventa debole, stanca, apatica, rassegnata e senza speranza. Le cadono le braccia, non c’è un oltre. Potrebbe godere della propria esistenza e delle proprie qualità e non lo fa. E poi finalmente la primavera, ed eccola verde e fiorita! All’inizio timida, solo qualche tenero bocciolo, poi tutta la siepe risplende di bianco e di rosa, il centro del fiore è giallo oro, i petali sono a forma di cuore, il profumo è delicato ma presente. I fiori, grandi e piani, sono rivolti in ogni direzione, a ricevere da ogni dove.
Di quanta vita, di quanta forza generosa, curativa e nutriente, di quanta partecipazione e scambio è capace Wild Rose , quando trasforma la sofferenza che le viene dall’esperienza che la fa addormentare e rinunciare, perché le fa credere di non essere in grado o le toglie la forza di sostenere se stessa. Allora forse è solo del sostegno giusto al momento giusto, quando è davvero necessario, che ha bisogno. Perché se lo riceve, può apprenderlo e comprendere che il sostegno è nel proprio cuore, sempre.
Maria Nicoletta Bucchicchio
Psicologa e floriterapeuta