Presso la scuola di Poona – come in tutte le altre scuole sparse nei mondo ispirate al pensiero di Osho – si praticava la meditazione dinamica, insegnando le tecniche per la realizzazione e la conoscenza del Sé. Il pensiero di Osho, pur essendo decisamente eclettico, si colloca nell’ambito della corrente buddista mahayana.
Quest’ultima, in contrapposizione alla corrente theravada o hynayana, sostiene che l’illuminazione è sperimentabile già in questa esistenza e non nell’altra vita e che il desiderio umano rappresenta un canale essenziale per raggiungerla. Il buddismo theravada invece postula una frattura netta tra questo e l’altro mondo, tra samsara (ciclo di nascita e morte che deve essere spezzato) e nirvana (estinzione), e ritiene inconciliabile il desiderio dell’uomo con lo stato di Illuminazione.
Secondo Osho l’Illuminazione (samadhz) è alla portata di tutti attraverso l’esercizio della meditazione dinamica. La meditazione dinamica è la disciplina che Osho ha messo a punto dopo un’attenta analisi dei disagi esistenziali che affliggono l’uomo moderno occidentale.
La meditazione dinamica è costituita da 5 stadi e una sessione dura circa un’ora: il consiglio è di effettuarla un’ora prima dell’alba, cosicché l’ultimo stadio possa rappresentare simbolicamente la celebrazione del sole nascente, sia interiore che esteriore. In base al modello eurofisiologico sviluppato dal tedesco Ernst Gellhorn (1967), gli stati che abbiamo descritto possono anche essere distinti in “ergotropici” (i primi tre), ovvero caratterizzati da eccitamento energetico, e “trofotropici” (gli ultimi due), caratterizzati cioè da uno stato di rilassamento. Ciò che accomuna i 5 stadi è una disposizione d’animo distaccata e l’osservazione rilassata di tutto il processo.
Nel primo stadio della meditazione dinamica, si pratica un tipo di respirazione definita “caotica”, in grado di liberare le emozioni con modalità simili a quelle adottate nel Rebirthing.
Nel secondo stadio della meditazione dinamica, chiamato catarchico, la rabbia, il risentimento, la gioia o danza sollecitati nel primo stadio si esprimono liberamente.
Nel terzo stadio della meditazione dinamica, l’eccitamento energetico è portato al massimo livello attraverso la recitazione ritmica e saltata del mantra in grado di attivare il centro energetico posto nella zona pelvica.
Conclusa questa fase, si passa al vero e proprio nucleo della meditazione dinamica, con il rilassamento, il silenzio e la pace della fase trofotropica. Il terzo stadio della prima fase, infatti termina pronunciando la parola “Stop”, che invita i partecipanti a fermarsi immediatamente e a restare immobili per 15 minuti, nella posizione in cui si trovano (primo stadio della seconda fase). Il secondo stadio della fase trofotropica, infine, consiste in un movimento di danza sottile.
Osho Rajneesh ha frequentemente parlato della meditazione dinamica come di un potente mezzo per trasformare la nevrosi dell’uomo moderno in consapevolezza interiore.
Tratto dal libro “Meditazione” – Key Book