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La mistica cristiana

Tra le figure maggiori del cristianesimo delle origini nelle quali è possibile riconoscere i tratti di un’esperienza mistica spicca S. Paolo, per il ritratto che ne dipingono gli Atti degli Apostoli e per i cenni autobiografici contenuti nelle sue lettere.
Il Vangelo di Giovanni in particolare insiste sui temi della vita spirituale e dell’interiorità del credere. In epoche posteriori la mistica cristiana ricevette una connotazione neo-platonica dagli scritti dello Pseudo-Dionigi (V – VI secolo), membro dell’areopago ateniese convertito da S. Paolo, tradotti dal greco in latino nel IX secolo dal filosofo irlandese Giovanni Scoto Eriugena (810-877).
Nel Medioevo la mistica trovò espressione nella sfera monastica: i mistici più celebri furono monaci o frati come 5. Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) e 5. Francesco di Assisi (1182-1226). S. Bonaventura da Bagnoregio (1217-1274. mistico e filosofo scolastico. Johannes Eckhart (1260 ca-1327), noto come Meister Eckhart, è considerato il mistico principale della tradizione tedesca. Da segnalare sempre in area germanica le figure di Giovanni Taulero (1300-1361) e Heinrich Suso (1295-1366): entrambi furono seguaci di  Eckhart.
Tra i grandi mistici cristiani sono numerose le donne, in particolare la tedesca Sant’Ildegarda (1098-1179), S. Caterina da Siena (1347-1380) e la spagnola S. Teresa di Avila (1515-1582), che nel Castello interiore narrò con linguaggio fortemente simbolico la sua esperienza mistica.
Con la sua tensione verso la libertà spirituale, a volte in contrasto con le formule teologiche e la disciplina ecclesiastica, la mistica contribuì all’avvento della Riforma protestante. I più importanti mistici protestanti furono Kaspar Schwenkfeld von Ossig (1489-1561) e Jakob Bòhme (1575-1624).
La Riforma cattolica produsse gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola (1491-1556).

Tratto dal libro “Meditazione” – Key Book

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