Molte persone pensano che la cataratta dipenda dalla crescita di una membrana che copre esternamente l’occhio e che sia facilmente visibile ad occhio nudo.
Ma non è così, perché in realtà la cataratta si determina nell’interno dell’occhio e in molti casi non la si nota che con l’aiuto di speciali strumenti specialistici.
La cataratta è una opacità del cristallino, lente che, situata immediatamente dietro l’iride (la parte colorata dell’occhio), è perfettamente chiara e trasparente nell’occhio sano.
I raggi luminosi entrano nell’occhio attraverso la cornea, la camera anteriore dell’occhio, passano attraverso l’apertura nera posta al centro dell’iride, la pupilla, e vengono rifratti o piegati o messi a fuoco dal cristallino.
Si dice « camera anteriore » lo spazio racchiuso anteriormente dalla cornea e posteriormente dal diaframma dell’iride; questo comunica tramite la pupilla con uno spazio posteriore, racchiuso tra l’iride anteriormente ed il cristallino posteriormente, che prende il nome di « camera posteriore ».
Nelle persone in cui la cataratta si è pienamente sviluppata ( la lente diventa completamente opaca) la pupilla appare di un colore bianco-grigiastro, come il vetro smerigliato, invece che nera.
In questo modo la luce non può penetrare nell’occhio e il paziente diventa cieco. Nella maggior parte dei casi, questa cecità non soltanto è lenta nel suo sviluppo, ma non è mai completa; il paziente può sempre riconoscere se in una stanza vi è luce o meno, salvo la presenza di altre malattie dell’occhio.
Vi sono diversi tipi di cataratta: quelli che dipendono da una ferita, o da una qualsiasi lesione del cristallino; quelli che dipendono da un’anomalia del ricambio degli idrati di carbonio (diabete); oppure quelli congeniti, quindi presenti fin dalla nascita.
Si è molto discusso per determinare a quale tipo appartiene la cataratta diagnosticata nei bambini le cui madri si ammalarono di rosolia durante le prime sei settimane di gravidanza. Questa cataratta è spesso associata con malformazioni del cuore.
Non si sa un gran che intorno al perché e al come si presentino i vari tipi di cataratta congenita in una famiglia. Si sa solo che spesso questo difetto della vista si manifesta nei discendenti.
L’operazione della cataratta consiste nella rimozione della lente opaca. Dirò che non è necessario attendere che la lente sia diventata completamente opaca (matura), sebbene talvolta sia opportuno farlo. Ciò dipende naturalmente dal caso particolare. Per merito dei progressi compiuti nella chirurgia oculistica, la percentuale di buoni risultati nell’operazione della cataratta è oramai salita oltre il 95%.
Quando la lente è stata asportata, l’occhio non ha più la possibilità di mettere a fuoco i raggi luminosi che entrano in esso, per cui il paziente ci vedrà molto poco fintantoché il cristallino non sarà stato sostituito da un paio di occhiali con lenti particolarmente forti, che permetteranno di mettere a fuoco nuovamente.
Spesso il paziente dopo l’operazione ci vede bene quanto prima che apparisse la cataratta, se naturalmente gli elementi sensibili nervosi (la retina e il nervo ottico) non sono stati danneggiati.
Siccome la cataratta è una forma di degenerazione del cristallino, contemporaneamente a questa appaiono altre degenerazioni negli altri tessuti dell’occhio.
Generalmente è impossibile esaminare l’interno dell’occhio prima dell’operazione, perché il medico nel guardare nell’occhio ha esattamente la stessa difficoltà che ha il paziente nel vederci, con quell’occhio.
Questo inconveniente rende difficile la previsione dei risultati dell’operazione, benché di solito il paziente abbia poco da perdere e molto da guadagnare.
Anche se il paziente vede bene dopo l’operazione della cataratta, egli però non può più mettere a fuoco gli oggetti lontani e vicini, perché ha perso la capacità di accomodare, non disponendo più del cristallino.
Questa capacità è persa permanentemente con l’operazione perché le lenti degli occhiali non possono variare da momento a momento di spessore come lo fa la lente cristallina dell’occhio vivente. Le lenti bifocali permettono al paziente di vedere bene da lontano e da vicino, per esempio quando legge, ma tra queste due distanze non si possono evitare delle zone di offuscamento.
È chiaro quindi che il paziente non può aspettarsi dopo l’operazione, di usare gli occhi come lo poteva fare prima che insorgesse la cataratta. L’immagine percepita dall’occhio operato appare più grande, e se l’altro occhio non ha sofferto di cataratta, è facile comprendere come sia difficile usare i due occhi assieme. Una lente a contatto, applicata sull’occhio operato, può comunque aggiustare la visione dei due occhi.
Tranne qualche raro caso, nessuno può predire in quanto tempo una cataratta appena scoperta può diventare completa. Capita infatti che essa smetta di progredire e rimanga stazionaria per degli anni.
Con una certa frequenza la cataratta inizia ai margini della lente del cristallino, margini che sono coperti dall’iride; così è spesso necessario dilatare la pupilla con un particolare collirio scelto appositamente dall’oculista perché solo in questo modo il medico può esaminare attentamente tutta la lente.
È impossibile, se non è stata ancora scoperta alcuna malattia degli occhi, dire se una persona non ci vede più bene perché ha bisogno degli occhiali oppure perché è insorta la cataratta. La cataratta infatti non dà dolore, arrossamento o altri sintomi, tranne quello della graduale perdita della vista.
Nelle prime fasi della cataratta l’occhio è di solito miope e il paziente scopre che riesce a leggere bene anche senza gli occhiali da lettura, benché la vista non sia altrettanto buona quando si tratta di guardare gli oggetti pili lontani.
È anormale per una persona anziana leggere senza gli occhiali se non ha accusato alcun disturbo di rifrazione nella sua giovinezza; comunque spesso si sente di certa gente la cui vista migliora nella vecchiaia.
Una spiegazione di questo fenomeno può essere che nell’occhio di tali persone è insorta una cataratta parziale, malattia che, come abbiamo già detto, può completarsi dopo molti anni. Quando la cataratta colpisce un occhio solo e rimane poi stazionaria per molto tempo, ci troviamo di fronte ad una circostanza fortunata.
Infatti il paziente vede bene da lontano con l’occhio sano e da vicino con quello malato.
La causa precisa della cataratta è sconosciuta. La lente cristallina trae il suo nutrimento dall’umor acqueo, liquido acquoso che la circonda. Quando il nutrimento della lente è difettoso, le proteine del cristallino subiscono certi mutamenti e divengono opache proprio come avviene all’albume dell’uovo quando, da trasparente com’è, diventa opaco con la cottura.
Di tutte le malattie della vista nell’età avanzata, la cataratta è la più facile da curare per gli eccellenti risultati che dà l’operazione. C’è una cosa estremamente importante da ricordare: la cataratta è spesso associata al glaucoma.
La vista persa per colpa del glaucoma non si può ricuperare e il paziente che è sotto l’erronea impressione di soffrire soltanto di cataratta sarà tristemente deluso per non avere scoperto in tempo la sua seconda malattia. Questo pericolo può essere però evitato con periodici esami della vista.
Tratto dal libro “Igiene e Malattie degli Occhi” R.J Schillinger e P.Lodi Menestrina – ed.ADV Firenze