L’urgenza in oculistica non si presenta mai come una questione di vita o di morte: non vi è lesione dell’occhio, per quanto grave, temibile sotto tale punto di vista. Tuttavia, per l’importanza che riveste quest’organo per l’uomo, molti accidenti od infortuni oculari meritano di essere conosciuti, presi in considerazione e trattati tempestivamente nella maniera adeguata.
A causa dell’ignoranza del paziente stesso o dei suoi familiari, non è raro che all’oculista capiti di assistere dei pazienti con la vista compromessa per la presenza di un corpo estraneo infetto incastrato nella cornea (membrana trasparente dell’occhio), oppure per una ferita perforante il bulbo oculare.
E non è da dimenticare l’utilità di un esame specialistico tempestivo per malattie oculari, non traumatiche, a sintomatologia acuta (glaucoma, emorragie retiniche, distacco di retina, iridociclite acuta, ecc.); esame che a volte i pazienti, per incuria o sottovalutazione della forma morbosa, differiscono disavvedutamente di giorno in giorno.
La sintomatologia delle affezioni oculari acute può essere dolorosa o sensoriale. Il dolore può essere accompagnato da fotofobia (intolleranza della luce), lacrimazione, malessere generale, temperatura febbrile, vomito.
Per sintomatologia sensoriale si intende invece un deficit più o meno improvviso dell’acutezza visiva.
Un « occhio rosso » non accompagnato dai sintomi suddetti, in genere non riveste carattere d’urgenza: se insorto spontaneamente, senza relazione con un trauma, sarà facilmente causato da una congiuntivite: in questi casi è opportuna, sì, una visita specialistica, ma senza che si possa parlare di necessità di un « pronto soccorso ».
Nei casi invece in cui è presente una sintomatologia dolorosa o un deficit visivo, un pronto esame specialistico può abbreviare i l corso della malattia, favorire il recupero funzionale, o quanto meno scongiurare il pericolo di aggravamento o di complicazioni secondarie. Ma, in attesa di questa visita, il paziente stesso può fare – o non fare– qualche cosa.
Nel caso di causticazione o di ustioni con sostanze chimiche (tra cui frequenti sono gli acidi dell’industria, la calce, la varechina), con liquidi bollenti, con mezzi fisici (le cosiddette “razzate” da saldatura), un abbondante lavaggio con acqua semplice può essere un’utile preparazione al successivo compito del medico, il quale verificherà poi la persistenza o meno nei tessuti oculari dell’agente causticante od irritante, che egli asporterà, per quanto possibile, o neutralizzerà con sostanze antagonistiche adatte, controllando pure i danni subiti dall’occhio.
Nel caso di corpi estranei infissi nella cornea, spesso i pazienti si arrecano più danno cercando di asportarli da sé con mezzi inadatti. È assai meglio che l’infortunato tenga l’occhio chiuso per non irritarselo maggiormente con lo sfregamento delle palpebre sulla cornea già abrasa, e che si rechi con sollecitudine ad un luogo di Pronto Soccorso, dove facilmente gli verrà scalzato il cosiddetto “bruscolo” dai tessuti corneali. In seguito l’occhio verrà opportunamente medicato e mantenuto chiuso per 12 o più ore, per favorire la cicatrizzazione della piccola, ma dolorosa ferita.
Negli ematomi e nelle ecchimosi palpebrali e periorbitarie (spesso conseguenti ad un pugno!) è utile l’applicazione immediata di un impacco di ghiaccio o acqua fredda. Spetterà poi allo specialista verificare se anche l’occhio è stato danneggiato.
Occorre ricordare che a volte una contusione bulbare persino grave può presentarsi solamente con un apparente arrossamento congiuntivale che può trarre in errore il profano, il quale pensa che si tratti di un’affezione banale; altre volte l’arrossamento è più intenso, la cornea può essere opacata, la pupilla deformata; dietro la cornea, può apparire del sangue, diffuso o con disposizione a semiluna inferiore.
Altri segni si possono riscontrare soltanto con speciali apparecchiature.
Nei casi di ferite – siano pur esse superficiali – delle palpebre o della cute in prossimità di esse, o della congiuntiva, è opportuno che la sutura sia fatta dallo specialista, essendo i medici generici difficilmente provvisti di materiale chirurgico adatto alla delicatezza di questi tessuti.
Suture affrettate od effettuate con aghi impropri, possono non solo causare delle cicatrici antiestetiche, ma – non conservando i rapporti precisi fra i tessuti – comportare anche danni funzionali (per esempio a livello dell’angolo interno dell’occhio, dove hanno sede le vie ed il sacco lacrimale).
Affezioni acute spontanee (non traumatiche) della massima importanza sono il glaucoma e l’iridociclite acuta: malattie ben diverse, ma che talora pongono dubbi di diagnosi differenziale allo stesso oculista! Entrambe le forme comportano dolore forte all’occhio colpito, spesso cefalea (per lo più localizzata alla regione sopraccigliare, nel glaucoma); a volte, sempre nel glaucoma, il vomito accompagna il dolore. In entrambe le forme è presente una notevole diminuzione visiva.
In questi casi, soltanto lo specialista può stabilire la terapia adatta; il paziente ha però il dovere di sapere ciò che non deve assolutamente fare: mai instillare un collirio a caso, solo perché in altre occasioni o ad altre persone quelle gocce avevano eliminato l’arrossamento od il bruciore.
Esistono infatti moltissimi colliri con molteplici azioni: un occhio potrebbe essere gravemente danneggiato dall’impiego inopportuno di un collirio con azione opposta a quella che la malattia richiede.
È facilmente comprensibile, anche da profani, la necessità di massima urgenza che rivestono gravi incidenti con ferite del bulbo oculare, come per esempio i purtroppo numerosi incidenti di caccia, con penetrazione e permanenza di pallini nell’occhio stesso. In tali evenienze il dolore, la lacrimazione, e la fotofobia impediscono (per fortuna) che l’infortunato si tormenti ulteriormente l’occhio ferito con manovre inesperte. Soltanto l’oculista, spesso con l’ausilio di un esame radiografico, può valutare la gravità della lesione e stabilire la terapia adatta.
In conclusione, chiunque abbia riportato un trauma, che avverta fastidio o dolore ad un occhio, anche se non vede sangue e non nota una diminuzione visiva, si rivolga ad un medico, specialista o non, il primo che trova, che senz’altro potrà dargli un miglior consiglio ed indirizzo.
Con questa rapida trattazione abbiamo dato un quadro generale, se pure incompleto, delle affezioni oculari traumatiche e spontanee che richiedono un soccorso d’urgenza.
Crediamo non sia esagerato il tentativo di portare i lettori a sopravvalutare le affezioni oculari, piuttosto che indurli a minimizzarle.
Del resto ogni oculista si rende conto, nella quotidiana pratica ambulatoriale, come la maggior parte dei pazienti sia portata ad avere un sacro terrore delle malattie oculari in genere, dato il valore incomparabile di questi preziosi organi; e ciò è un bene!
Tratto dal libro “Igiene e Malattie degli Occhi” R.J Schillinger e P.Lodi Menestrina – ed.ADV Firenze