L’azione non equilibrata dei muscoli che controllano i movimenti dell’occhio può manifestarsi in varie maniere, per cui gli oculisti hanno creato anche per queste una classificazione speciale.
I disturbi muscolari possono manifestarsi in modo evidente sia facendo convergere ( deviando cioè in dentro ), che facendo divergere (deviando in fuori) gli occhi. Talvolta il difetto è tanto accentuato da essere visibile anche a 20 metri di distanza; talaltra è tanto leggiero da essere scoperto solo con speciali esami oculistici.
Gli occhi di una persona possono essere ben dritti ma con la tendenza costante a girarsi verso l’interno e verso l’esterno. Questo tipo di squilibrio muscolare causa un notevole affaticamento degli occhi. Il paziente deve infatti esercitare uno sforzo continuo per impedire che gli occhi si spostino facendogli vedere doppio.
Certi esercizi degli occhi sono in tali casi assai utili , ma di solito essi non danno che dei benefici temporanei. Se un occhio ha la tendenza a deviare in alto, una lente prismatica sistemata negli occhiali, capace, per la sua forma, di piegare i raggi luminosi verso la sua base, può dare eccellenti risultati.
Tale lente, opportunamente sistemata, può essere usata per alzare o abbassare i raggi luminosi che giungono all’occhio fino a dare immagini allo stesso livello in entrambi gli occhi.
Salvo rare eccezioni, di questa soluzione non possono beneficiare coloro che soffrono di strabismo concomitante.
Esistono fondamentalmente due tipi di strabismo: lo strabismo concomitante, che si sviluppa nei primi mesi o per lo più nei primi anni di vita, ed è caratterizzato dal fatto che i due occhi anziché guardare intorno paralleli, formano tra loro un angolo di deviazione sempre uguale, qualsiasi cosa guardino intorno.
In genere, in questa forma di strabismo c’è fra i due occhi una diversa capacità di mettere a fuoco le immagini degli oggetti fissati.
L’altro tipo importante di strabismo è quello detto paralitico. In quest’ultimo, come dice la parola, c’è una paralisi di uno o più muscoli di uno o d i ambo gli occhi; possedendo gli occhi la capacità di muoversi in molti versi nell’ambito delle cavità orbitarie, l’angolo di deviazione di un occhio rispetto all’altro dipende dal muscolo paralizzato e pertanto non è costante in tutti i movimenti oculari, per cui in certi momenti questo difetto può anche non notarsi.
Tale strabismo può colpire a qualsiasi età, ma è per lo più appannaggio delle persone anziane. Questi pazienti possono avere uguale acutezza visiva nei due occhi, ma vedendo uno stesso oggetto con due parti non corrispondenti delle due retine, data la deviazione dei due occhi hanno il grave disturbo della diplopia, cioè vedono doppio.
Il primo passo da compiere nella cura dei vari tipi di squilibrio muscolare è un accurato esame della vista con l’uso di un particolare collirio. Sotto l’azione di questo collirio, i muscoli che comandano l’accomodazione si rilassano completamente, e lo squilibrio esistente appare in piena misura all’oculista.
Quando gli occhi si accomodano, o mettono a fuoco l’immagine, essi hanno la tendenza a convergere o a deviare in dentro. Per esempio, quando una persona guarda un libro, i suoi occhi non solo si accomodano per la distanza alla quale si trova l’oggetto, ma convergono pure.
L’accomodare e il convergere sono funzioni del cervello strettamente associate, ed è difficile che l’una sia indipendente dall’altra. Questo fatto spiega una causa comune dello strabismo nei bambini ed offre un metodo di cura abbastanza soddisfacente.
Immaginiamo di dover esaminare un bambino strabico.
Intanto scopriremo presto, cosa che accade di frequente, di trovarci di fronte ad un paziente ipermetrope (che vede bene solo da lontano) il quale deve sempre accomodare l’occhio oltre il normale.
Questo bisogno di accomodare oltre la normalità è causa di forme accentuate di strabismo. La convergenza è associata all’accomodazione, e aumentando notevolmente quest’ultima, può accadere che gli occhi convergano e rimangano in questa posizione.
Se un bambino è curato prima che lo strabismo si sia stabilito definitivamente, possiamo verificare che i suoi occhi si raddrizzano quando i muscoli che mettono a fuoco (accomodano) vengono fatti rilassare da un collirio speciale.
Quando gli occhi si trovano in questo stato di rilassamento, l’oculista può facilmente trovare un paio di occhiali con le giuste lenti convesse, che consentono al paziente di ritornare ad accomodare senza sforzo. Gli occhi di molti bambini sono perfettamente dritti quando essi portano gli occhiali, ma ritornano strabici allorquando gli occhiali vengono tolti.
Gli occhiali di cui parliamo non sono di tipo eccezionale, ma vanno portati continuamente. In un caso come questo non è affatto necessario un intervento chirurgico, perché gli occhi del bambino sono normali col semplice uso degli occhiali. Con la crescita, il grado di ipermetropia di solito diminuisce e non è raro il caso, davvero auspicabile, in cui si può perfino fare a meno degli occhiali.
Un meccanismo simile può spiegare lo strabismo divergente (occhi deviati in fuori).
In questo caso è facile che capiti di trovare associata la miopia.
L’accomodamento esercitato da un occhio miope è inferiore alla normalità, come pure la convergenza, e gli occhi possono divergere.
Delle speciali lenti concave obbligano il paziente ad accomodare normalmente e gli occhi possono allora raddrizzarsi.
Vi sono molti casi di strabismo che non beneficiano dell’uso degli occhiali ed è necessario allora ricorrere ad un’operazione.
Le cause di questi tipi di strabismo possono essere sia delle anomalie dei muscoli che controllano i movimenti dell’occhio, sia delle imperfezioni dei nervi che regolano il movimento dei muscoli.
Altri casi di strabismo sono causati da disturbi della vista non corretti in tempo con gli occhiali.
Nella cura dei bambini strabici, lo scopo è duplice: innanzi tutto si desidera correggere una deformità che può avere gravi conseguenze psicologiche in un bambino esposto talvolta a crudeli trattamenti da parte di altri bambini; inoltre si vuole dare al bambino una visione binoculare, permettergli cioè di usare simultaneamente e bene entrambi gli occhi.
La fusione delle immagini è una funzione del cervello, proprio come lo è la capacità di parlare, e se esso non è stato addestrato in giovanissima età a percepire le immagini con i due occhi e a fonderle in un’unica, è probabile che non vi riesca più. Si pensa che la capacità di fusione delle immagini si sviluppi verso il quinto o il sesto anno di vita, e se a tale età questo fenomeno non è avvenuto, può darsi che non avvenga più.
È della massima importanza iniziare la cura dello strabismo mentre il ragazzo è ancora molto giovane, meglio se verso i tre-quattro anni.
Non vi è un limite minimo di età, per cui è meglio porre sotto osservazione il bambino fin dalle prime volte in cui lo strabismo si manifesta, perché anche gli occhietti dei più piccoli bambini possono essere facilmente esaminati se si usa lo speciale collirio di cui si è già parlato.
Vi è un’altra complicazione poco simpatica che si accompagna ad alcuni tipi di strabismo, in cui il paziente ha un occhio che usa di rado e che è deviato.
Per la mancanza di esercizio, l’occhio strabico diventa inutile e la sua capacità visiva si riduce notevolmente.
La causa vera di questa diminuzione visiva è dovuta al fatto che se il paziente strabico usasse entrambi gli occhi, vedrebbe doppio. Egli si abitua perciò a non usare l’immagine dell’occhio strabico e così trova sollievo dalla confusione che gli provocherebbe la doppia visione.
Questa complicazione si rivela nella sua gravità se il paziente perde l’occhio buono in un incidente o per una malattia ed è obbligato a servirsi dell’occhio debole rimastogli.
Spesso è possibile migliorare la vista di quest’occhio “pigro” , coprendo temporaneamente l’occhio buono per alcune settimane o alcuni mesi. Di regola, questa misura è valida solo per i bambini più piccoli ed è comune dopo un’operazione.
La capacità di fondere le due immagini può spesso essere sviluppata dopo l’operazione, quando è già stato effettuato il bendaggio dell’occhio sano e sono stati fatti gli esercizi necessari degli occhi.
A l bambino viene mostrato per la prima volta che cosa significa vedere con i due occhi contemporaneamente.
Per i bambini i soli esercizi ortottici danno talvolta scarsi risultati, perché richiedono una grande concentrazione, cosa di cui essi non sono capaci. E nel frattempo si perde del tempo prezioso.
In un altro tipo di strabismo, chiamato alternante, il paziente vede bene da ciascuno dei due occhi, ma ora è uno che devia, ora è l’altro, alternativamente. In questo caso è facile che egli non abbia la capacità di fondere le immagini, nemmeno dopo un intervento chirurgico inteso a raddrizzare gli occhi. Questa incapacità non deve pertanto far desistere dall’operazione, non foss’altro che per una ragione di estetica.
Le persone anziane possono talvolta ammalarsi di un tipo di strabismo detto paralitico, caratterizzato da paralisi o da indebolimento dei muscoli degli occhi, causato da piccole emorragie o da emboli cerebrali.
La doppia visione è allora molto noiosa ed è necessario coprire con una benda uno dei due occhi. Fortunatamente, in molti casi questo tipo di strabismo si risolve dopo alcuni mesi.
Concludendo, i n caso di strabismo è bene consultare l’oculista fin dall’inizio. Se con l’uso degli occhiali gli occhi non sono diventati dritti al quinto o sesto anno, è meglio chiedere l’intervento del chirurgo.
Tratto dal libro “Igiene e Malattie degli Occhi” R.J Schillinger e P.Lodi Menestrina – ed.ADV Firenze