Iperventilazione e disturbi della respirazione
L’iperventilazione è la condizione in cui la persona avverte la sensazione di non avere abbastanza aria a disposizione (si può parlare di “fame d’aria”), per cui inizia a respirare affannosamente cercando di introdurre nei polmoni più aria possibile. Le cause di questa situazione hanno quasi sempre un’origine emotiva o psicologica: è facile, infatti, che cominci a iperventilare chi si trova sottoposto a grande tensione oppure chi vive un momento di forte emozione. Il problema in sé non è mai grave anche se l’ossigeno, entrando nei polmoni in quantità eccessiva, dopo un po’ di tempo causa una contrazione e un irrigidimento dei muscoli, accentuando la sensazione di soffocamento. A questo punto è probabile che si instauri una sorta di circolo vizioso, per cui la persona invece di smettere di iperventilare continua a farlo con maggior vigore, peggiorando la situazione. Un’iperventilazione protratta a lungo, oltre che provocate contrazioni muscolari, può anche causare una sensazione di stordimento e formicolii agli arti, alle dita di mani e piedi, alle labbra e alla lingua. La conseguenza di questi sintomi, di cui il paziente non sa darsi una spiegazione, è l’aumento dell’ansia che può raggiungere i livelli del panico. A livello corporeo, l’iperventilazione provoca fenomeni caratteristici come intorpidimento delle membra, tensioni e contrazioni nelle mani e nel viso, tetania generalizzata (una forma di contrazione muscolare involontaria, di paresi temporanea, ben conosciuta dagli atleti). Fisiologicamente, la tetania è causata da tossine che non riescono ad essere completamente espulse perché la respirazione è trattenuta o forzata respirando in maniera rilassata e tranquilla, senza resistenze, la paura e la tetania in genere scompaiono all’istante. Nel caso in cui si sia certi di trovarsi di fronte a un problema di iperventilazione si deve porre un sacchetto di carta (ad esempio quello del pane) sulla bocca e sul naso di chi sta iperventilando, in modo che vi respiri dentro. Così facendo la persona, invece di introdurre nuovo ossigeno, respira l’anidride carbonica, situazione che permette ai muscoli di rilassarsi. La respirazione nel sacchetto deve protrarsi per circa un minuto e alternarsi a un minuto di respirazione all’aria, passato il quale si deve riprendere il sacchetto. In pratica, si deve respirare un minuto nel sacchetto e un minuto fuori dal sacchetto fino alla risoluzione della crisi. In genere nel giro di cinque sei minuti la situazione ritorna alla normalità. In caso contrario è necessario accompagnare subito la persona al Pronto Soccorso. Nell’eventualità, peraltro rarissima, in cui la persona diventi cianotica non appena inizia a iperventilare è necessario chiamare l’ambulanza immediatamente, senza provare con il metodo del sacchetto. in questo caso, infatti, l’iperventilazione non ha una causa di natura psicologica, ma probabilmente dipende da un’alterazione delle finzioni respiratorie, emergenza che può essere risolta solo in ambito ospedaliero.
tratto da “Rebirthing” a cura di Silvia Canevaro Ediz. The Art Book