Gli ideogrammi giapponesi che compongono il termine “reiki” sono due: REI e KI. Vi sono tre forme i ideogrammi, quella usata più comunemente è la prima, che si ritrova spesso nei libri che parlano di questa terapia. L’ideogramma “rei”, che in giapponese significa “spirito trascendente”, “essenza spirituale”, cioè il nostro corrispondente di “anima”, la parte fondamentale di tutti gli esseri, quella che ci unisce tutti.
Le origini di questo ideogramma nel cinese “ling”, primo elemento di un nome usato per indicare la seconda parte dell’antico manuale di agopuntura, il Nei Ching. Al di là delle origini del nome, quello che ci interessa sapere soprattutto è il significato della parola “reiki”, e questo è possibile se al concetto di “essenza spirituale” viene accostato quello che rappresenta la parola “ki”, che in giapponese significa “energia vitale”, e che deriva anch’essa da una parola cinese, pronunciata in modo simile ma scritta, nell’alfabeto latino, in modi diversi: “chi”, “ch’i”, “qi”. Ci sono quindi due elementi da prendere in considerazione: “essenza spirituale” ed “energia vitale”, ovvero un elemento spirituale e uno fisico.
È dall’unione e dall’armonia di questi due elementi che nasce la salute e l’equilibrio psicofisico di un essere umano, e il reiki ha proprio questo compito: riportare in perfetto equilibrio spirito e corpo, ricondurli a quell’unità che la mentalità occidentale tende a scindere in due componenti spesso in conflitto tra loro.
tratto da “REIKI” di G. Lomazzi ediz. Vallardi