Ho sentito che i bambini sognano più degli adulti.
Se è vero, come si spiega questo fenomeno?
Si è vero i bambini sognano, infatti nei bambini più grandicelli e negli adulti il sonno REM è collegato ai sogni. In effetti nei lattanti la fase del sonno REM è molto più lunga che nei bambini più grandi e negli adulti.
Nei neonati le fasi REM occupano circa la metà della durata totale del sonno, mentre in un adulto rappresentano solo un quinto del sonno notturno.
E difficile dire se in queste fasi i lattanti abbiano effettivamente immagini oniriche, dato che non possono darci alcuna informazione in merito.
Tuttavia, potremmo dedurlo da alcuni elementi, come per esempio la mimica: durante queste fasi i bebè a volte sorridono oppure fanno smorfie di paura.
Nei lattanti si osservano anche i movimenti oculari dietro le palpebre semiaperte, che è un indizio di attività onirica tipicamente riscontrabile anche negli adulti.
Oggi si presuppone che i sogni rappresentino un’attività specifica di apprendimento del cervello che rielabora le esperienze e gli eventi del giorno.
Ciò spiega perché i bambini piccoli sognano più delle persone adulte. Per loro, infatti, tutto rappresenta una novità, fanno continuamente nuove esperienze che devono essere assimilate.
A noi adulti, invece, molte esperienze quotidiane sono già familiari, tanto che di notte abbiamo meno da assimilare, ossia da «imparare».
Quando dorme il mio bebè ha spesso le palpebre semiaperte, tanto che gli si vedono gli occhi muoversi da una parte all’altra.
Che cosa significa?
I movimenti oculari sotto le palpebre chiuse o semiaperte indicano che i bambini sognano, il bambino si trova nella fase di sonno con sogni, chiamato anche sonno REM che è l’acronimo di «Rapid-Eye-Movements» (ovvero: movimenti oculari rapidi) e rimanda proprio a quest’osservazione.
In genere, dopo essersi addormentato, il neonato passa subito alla fase del sonno con sogni.
In questo caso, oltre ai movimenti oculari si manifesta anche una mimica vivace, fatta ad esempio di sorrisi, talvolta accompagnata da espressioni sonore (sospiri, piagnucolii).
tratto da “Il sonno dei bambini” – di Sabine Friedrich