Quando si parla di chinesiterapia si è quasi sicuri che l’interlocutore non ha un idea chiara dell’argomento. Chinesiterapia vuoi dire semplicemente «curare con il movimento.»
Una volta per l’ammalato veniva «il medico». Il progresso ci ha dato la specializzazione. Perché dunque non voler accettare anche la specializzazione in seno alla chinesiterapia?
Non credo impossibile accettare il seguente schema:
- ginnastica correttiva quale trattamento di prevenzione e correzione delle alterazioni della forma corporea specie dei paramorfismi e dismorfismi del rachide (sistema Kiapp ed altri);
- rieducazione motoria, se il compito consiste nel rieducare i deficit interessanti l’apparato motore (muscoli, ecc.), deficit quali postumi di infortuni, interventi chirurgici, ecc. nonché quelli dell’adulto emiplegico;
- educazione funzionale e di abilitazione, ove si intende con i vari sistemi (Bobath, Tempie Faj, ecc.) portare un essere umano il più possibile all’esplicazione di una vita vicina al normale (educazione alla statica, al cammino, all’uso della mano, educazione al e del linguaggio;
- ginnastica medica, comprendente manipolazioni ed esercizi (sistema Kohlrausch-Teirich) compatibili con lo stato psicofisico dell’ammalato (enfìsema polmonare, affezione del fegato e vie biliari, ecc.).
Nessuna branca, come ovvio, può essere distinta nettamente dall’altra.
Non appartiene alla chinesiterapia, come tanti vorrebbero la massoterapia.
Tratto da “Terapia Fisica” di Erick Fussanegger – Casa di Cura San Marco