Per l’elettroterapia si usa in genere la corrente galvanica, cioè la corrente continua unidirezionale e senza alterazione dell’intensità.
La corrente galvanica provoca aumento del metabolismo cellulare del muscolo, aumenta cioè il consumo di O2 e l’eliminazione di CO2.
La membrana cellulare viene sottoposta all’attrito causato dal passaggio degli Ioni.
Per quanto concerne l’influsso della corrente galvanica sugli organi tissutali possiamo dire che: il contatto con la corrente continua dà sulla cute senso di calore e pizzicore specie in corrispondenza del polo negativo e ciò a causa della sua azione eccitomotoria.
La reazione più vistosa si ha sui nervi periferici che, a contatto con la corrente continua, presentano eccitabilità specie in prossimità del polo negativo, mentre per quanto riguarda l’estensione della zona influenzata questa è più ampia in corrispondenza del polo positivo.
Elettrostimolazione
Quando si parla di elettroterapia si pensa anzitutto alla elettrostimolazione.
L’obiettivo deIl‘ elettrostimolazione è indurre un muscolo o gruppi di fibre muscolari all’eccitazione neuromuscolare.
Se si hanno delle fibre muscolari denervate, la stimolazione eccita direttamente la fibra muscolare.
Se la fibra muscolare è innervata fisiologicamente, la stimolazione porta alla contrazione tramite il motoneurone della fibra.
- Indicazione ottimale è la stimolazione dei muscoli denervati. Il trattamento è da iniziare il più presto possibile e deve essere continuato senza interruzione, per tutto il tempo che precede la reinnervazione. Importante: prima della stimolazione riscaldare il muscolo (arto) con applicazione di raggi infrarossi (per 10-15 minuti) o con bagno idroelettrico, per creare migliore flusso sanguigno e ridurre la resistenza cutanea.
- Indicazione per la stimolazione delle fibre muscolari innervate: atrofia muscolare per soppressione funzionale dell’immagine motoria (da immobilizzazione articolare protratta). rieducazione articolare post-trapianti muscolari e tendinei. Controindicazioni: emiplegie, paraplegie da lesione midollare transversa, ecc. (cioè nelle paralisi centrali da lesione del primo neurone motore).
Tratto da “Terapia Fisica” di Erick Fussanegger – Casa di Cura San Marco