Gli oligoelementi sono elementi chimici, per lo più metallici, presenti in piccolissime tracce nella materia vivente (nel nostro corpo si trovano in concentrazione inferiore allo 0,01%), che svolgono il ruolo di catalizzatori nelle reazioni enzimatiche, ovvero stimolano o velocizzano alcune reazioni a livello cellulare molto importanti per il corretto funzionamento dell’organismo.
L’assenza o carenza di questi catalizzatori rallenta o provoca blocchi e alterazioni della funzionalità metabolica con conseguenti danni ai vari organi e tessuti del corpo.
Possiamo suddividere gli oligoelementi in due categorie principali, in base alla loro azione: funzionale o strutturale, quando costituiscono parte integrante di molecole organiche che formano tessuti, ormoni e vitamine.
Appartengono alla prima categoria: Manganese, Rame, Selenio, Zinco.
Gli oligoelementi ad azione strutturale sono: Calcio e Magnesio, Cobalto, Fluoro, Iodio, Silicio. Gli oligoelementi vengono inoltre classificati, in funzione della loro attività ed importanza nei processi metabolici, in essenziali e non-essenziali.
I primi: Cobalto (Co), Cromo (Cr), Ferro (Fe), Fluoro (F), Manganese (Mn), Molibdeno (Mo), Nichel (Ni), Rame (Cu), Selenio (Se), Silicio (Si), Vanadio (Va), Zinco (Zn), svolgono un ruolo fisiologico indispensabile alla vita ed al mantenimento dello stato di salute, sono diffusi in tutti i tessuti, se carenti provocano delle alterazioni reversibili.
I non essenziali: Alluminio (Al), Argento (Ag), Bismuto (Bi), Oro (Au), sono ritenuti non di vitale importanza per la funzionalità dei processi metabolici, ma capaci di migliorare soprattutto le difese immunitarie.
Fu Jacques Ménétrier negli anni Trenta del secolo scorso, in Francia, a definire il concetto di diatesi, che è alla base dell’Oligoterapia, riprendendo gli studi di Gabriel Bertrand, primo ad evidenziare il ruolo degli elementi traccia come biocatalizzatori.