L’evoluzione dell’uomo passa attraverso lo sviluppo armonioso del sapere e dell’ essere.
Il pensiero comune dà maggiore rilevanza alla capacità di sapere con il diritto a essere egoisti, meschini, invidiosi, vanitosi.
L’idea dell’essere è stata dimenticata, viviamo nel sonno, manchiamo di unità, tutto ci accade.
La visione lineare del tempo è rassicurante per chi vuole vedere il mondo come tendenzialmente immutabile, ma lo spazio tempo è un unicum, la durata del nostro tempo è mutevole, gli episodi che ci sembra talvolta di “rivivere” possono aver luogo adesso, in un diverso continuo spazio-temporale nel quale possiamo riscrivere la nostra storia sia passata che futura.
La stessa nozione di ologramma introduce una visione di interezza che nega che il mondo possa essere analizzato in parti che esistono separatamente e indipendentemente le une dalle altre.
L’unità governa tutti i conflitti della creazione e tutti li accoglie in sé. Il giorno e la notte, la luce e il buio si completano a vicenda.
Siamo chiamati a scegliere in continuazione nella vita ed è della massima importanza riconoscere la sincerità, il coraggio, la generosità, il giorno, la luce, rigettando ciò che è privo di armonia, che manca di bellezza e di amore, che non è commisurabile alla vita.
Tutte le esperienze sono connesse; noi non facciamo parte del sistema, siamo il sistema, tutto l’universo è una ragnatela senza interruzione.
L’uomo per il quale e attraverso il quale tutto accade rischia di non avere un “IO” permanente e la sua crescita evolutiva non può essere meccanica.
La coscienza, valore generale e permanente, non evolve inconsapevolmente, la volontà di essere non si sviluppa accidentalmente, il fare non può essere il risultato di ciò che accade.
Intendere quindi non soltanto con la mente ma percepire con l’intero essere, comprendere.
Il solo sapere non è che la memoria automatizzata di una somma di parole impostate in un certo ordine. Presenza passeggera finché un nuovo sapere sostituisce il precedente: questo tipo di conoscenza non è utile per rispondere ai grandi bisogni dell’uomo.
Comprendere è invece capacità di recepire l’essenza di ciò che si conosce partendo da informazioni intenzionalmente acquisite e da esperienze personalmente vissute.
Ciò che ha origine dall’intelletto agisce sull’intelletto.
Ciò che origina dall’essere opera sull’essere. Inoculare la comprensione con le parole è come pretendere che uno si sazi di pane solo a guardarlo.
Dobbiamo portare coscientemente in noi stessi tutti i risultati delle esperienze involontarie e volontarie.
Non si parla di amore. Si ama.
Natale Finocchiaro
Presidente della LQPI