La fibromialgia è una patologia dolorosa e invalidante, ma poco conosciuta e diagnosticata con difficoltà. Il termine “fibromialgia” (FM) deriva da “fibro” che indica i tessuti fibrosi (come tendini e legamenti) e “mialgia” che significa dolore muscolare.
La fibromialgia è quindi una malattia reumatica che colpisce i muscoli causando un aumento di tensione muscolare: tuffi. i muscoli (dal cuoio capelluto alla pianta dei piedi) sono in costante tensione.
La tensione muscolare comporta numerosi disturbi:
- dolore, che in alcuni casi è localizzato (le sedi più frequenti sono: collo, spalle, schiena e gambe), ma talora è diffuso dappertutto;
- rigidità e limitazione dei movimenti ed in alcuni casi, sensazione di gonfiore alle articolazioni;
- stanchezza generale e affaticamento anche per minimi sforzi;
- sonno molto leggero dovuto alla continuo tensione muscolare, con risvegli frequenti durante la notte e la mattina; anche quando si riesce a dormire, ci si sente più stanchi di quando ci si è coricati;
- dolore ai tendini (che sono Strutture fibrose tramite le quali i muscoli si attaccano alle ossa). in particolare nei loro punti di inserzione: questi punti, insieme ad altri punti muscolari, individuabili durante la visita medica con la Semplice palpazione, Sono una caratteristica peculiare della FM e vengono definiti tender points.
I vari studi volti a capire le cause della malattia hanno documentato numerose alterazioni dei neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso centrale, cioè di quelle sostanze di fondamentale importanza nella comunicazione tra le cellule nervose.
Le due caratteristiche principali della fibromialgia sono infatti l’iperalgesia e l’allodinia.
1. Per iperalgesia si intende la percezione di dolore molto intenso in risposta a stimoli dolorosi lievi.
2. Per allodinia si intende la percezione di dolore in risposta a stimoli che normalmente non sono dolorosi.
Sia l’iperalgesia sia l’allodinia possono verificarsi transitoriamente in soggetti non fibromialgici a seguito di eventi nocivi (per esempio un eritema solare o uno ferita postchirugica) che rendono ipersensibile la zona cutanea colpita.
Nei fibromialgici. invece, iperalgesia e allodinia sono diffuse e persistenti. Uno degli effetti della disfunzione dei neurotrasmettitori, e in particolare della serotonina e della noradrenalina, è l’iperattività del Sistema Nervoso Neurovegetativo (una parte del nostro sistema nervoso che controlla con meccanismi riflessi numerosi funzioni dell’organismo, tra le quali la contrazione dei muscoli, ma anche la sudorazione, la vasodilatazione e la vasocostrizione).
Tutto ciò comporta un deficit di irrorazione sanguigna a livello muscolare con insorgenza di dolore, astenia e tensione. Tipico della fibromialgia, come di altri disturbi neurovegetativi, è che l’andamento dei sintomi varia in rapporto a numerosi fattori esterni che sono in grado di provocarne un peggioramento: c’è una evidente influenza dei fattori clìmatici (i dolori peggiorano nelle stagioni di passaggio, cioè primavera e autunno, e nei periodi di grande umidità), dei fattori ormonali (peggioramento nel periodo premestruale, in caso di disfunzioni della tiroide ecc.), dei fattori stressanti (discussioni, litigi, tensioni sul lavoro e in famiglia ecc.).
Oggi la medicina ufficiale utilizza due classi di farmaci per il trattamento dellafibromialgia: quelli miorilassanti, che agiscono sullo manifestazione “periferica” dellafibromialgia, cioè sullo contrattura muscolare, e i farmaci che potenziano l’attività dello serotonina, che svolgono lo loro azione su uno dei meccanismi “centrali” dello malattia, Generalmente tali medicinali vengono doti in associazione.
In Italia, la frequenza di fibromialgia nei soggetti che si rivolgono allo specialista reumatologo per dolore osteoarticolare è di circa il 20- 25%.
Questa malattia è, inoltre, molto più frequente nel sesso femminile rispetto a quello maschile (da 5 a 20 volte) e l’esordio dei sintomi si verifica più spesso nella classe di età compresa tra i 20 e i 30 anni.