“Ed é questa complessità degli stati energetici e il modo in cui essa cambia nel tempo, l’oggetto dello studio nell’esperienza interiore del prana. Le energie impegnate nei movimenti degli arti e nei processi organici più materiali sembrano essere nella pratica dello yoga le più “disturbanti”, cioè, le sensazioni prodotte da questi movimenti sono avvertite più facilmente e possono “soffocare” sensazioni dovute al verificarsi di più sottili variazioni energetiche. Per questa ragione, chi desidera studiare il prana e i suoi movimenti all’interno del proprio corpo deve assumere una posizione tranquilla, rilassata e stabile. Questo è un altro modo di considerare ciò che può ottenersi dalle posizioni yoga che abbiamo precedentemente esaminato: quando il corpo e i muscoli sono rilassati, le più “grossolane” manifestazioni energetiche vengono annullate. Quando la situazione è stata ridotta in tal modo alla calma, arriviamo ad avere coscienza delle più sottili sensazioni interne che normalmente non si riesce a percepire.
Lo studio delle alterazioni e dei movimenti dell’energia nell’ambito della coscienza è un passo preliminare: quando l’individuo avrà studiato questi schemi energetici dentro di sé e li avrà identificati in termini personali gli sarà possibile imparare a controllarli, è ovviamente necessaria un’adeguata e costante preparazione per raggiungere il grado di sensibilità che gli consentirà la percezione di questi suoi stati interni.
Ci sono alcuni esercizi respiratori che vengono praticati per affinare questa sensibilità mirati all’ottenimento dell’eliminazione dal sangue dell’anidride carbonica e di altre scorie che, se presenti, ottunderebbero tale sensibilità..
Ci sono particolari esercizi respiratori indicati per aumentare e reimmagazzinare le fonti di energia di riserva. Ci sono anche altre pratiche oltre agli esercizi respiratori che hanno lo scopo di eliminare la distruzione e la dispersione di energie, per consentire lo sviluppo e l’esplorazione dei più elevati stati di coscienza, processo che richiede il mantenimento di livelli energetici piuttosto alti.
La gestione dell’energia
E’ necessaria molta energia per poter sostenere degli elevati stati di coscienza, per questo é consigliato uno sviluppo graduale della capacità di gestione di detta enrgia. Ciò é possibile con una pratica costante.
Potremo così imparare a riconoscere il linguaggio dell’energia quando é in comunicazione con il corpo e con la mente Oltre alla pratica é necessaria una familiarità con la fisiologia sottile, quindi conoscere le nadi, i chakra e i corpi dienergia ( kosha).
Con l’acquisita capacità di controllo del prana siamo in grado di convogliare l’energia laddove é necessario: sia che si tratti del corpo che della mente.
Essere in grado di fare questo significa poter curare i disordini e riequilibrare tutto il sistema.
I kosha: i corpi dell’essere umano
Nell’archetipo dell’albero e della montagna, l’essere umano viene percepito come un’unità multidimensionale che esiste e si manifesta su differenti corpi o livelli. I sette corpi o livelli possono essere correttamente visualizzati come sfere concentriche di densità energetica-luminosa sempre più sottile, con al Centro il corpo fisico.
Vi è una coscienza del corpo fisico, una più sottile delle sensazioni interne del corpo, una degli istinti e delle emozioni, una della mente e dei suoi pensieri. Nella concezione orientale questi primi livelli di coscienza sono comuni a tutta l’umanità, ma esistono stati di coscienza ben più elevati che possono essere ottenuti solo attraverso un intenso desiderio di trascendenza e una pratica costante delle varie tecniche di meditazione. Gli stati più limitati della coscienza sono considerati come l’identificazione dell’Atman, ossia della coscienza, con i vari corpi.
Il Vedanta riconosce cinque corpi o Kosha, che possono essere anche tradotti come involucri o guaine:
Annamayakosha o corpo-fatto-di-cibo ossia il corpo materiale;
cioè il corpo cellulare, ovvero la stratificazione visibile e materiale del nostro essere. Di Annamaya Kosha si fa esperienza più facilmente, perché è sufficiente essere presenti alle nostre azioni.
Pranamayakosha o corpo di energia vitale, costituito dalla rete dei canali energetici e dai centri psichici oChakra, di cui si può fare esperienza con la consapevolezza delle funzioni fisiologiche come la respirazione, la circolazione del sangue ecc.
Manomayakosha, o corpo mentale inferiore o istintuale, generatore dell’ego che agisce secondo il principio di attrazione-repulsione ed è carico di impulsi atavici e razziali;
contiene la mente conscia (Manas) e tutto ciò che costituisce la nostra memoria.
Vijnamayakosha, il corpo dell’intelletto o mente superiore (Buddhi); quello del supramentale o della supercoscienza; di questo strato si può fare esperienza con la consapevolezza della nostra dimensione psichica.
Anandamayakosha, il corpo della beatitudine e dell’unità della coscienza prima di fondersi completamente nell’Atman.
E’ lo strato causale di pura coscienza a contatto con la coscienza cosmica.
Si può fare l’esperienza di Anandamaya Kosha nello stato di coscienza non più divisa, di consapevolezza purificata.
Questi cinque corpi sono anche detti rispettivamente dal piu sottile al più denso:
– corpo della beatitudine (Anandamaya Kosha);
– corpo della conoscenza o dell’intuizione (Vijnanamaya Kosha);
– corpo mentale (Manomaya Kosha);
– corpo pranico (Pranamaya Kosha);
-corpo materiale (Annamaya Kosha).
Sezione a cura di Lucia Giovenali