Emicrania

Quando si parla di mal di testa, il più delle volte ci si riferisce all’emicrania: infatti, benché non sia la forma più diffusa, è sicuramente la più conosciuta per via dei sintomi con cui si manifesta e per i fattori che la scatenano. A soffrirne sono soprattutto le donne – il 18% contro il 6% degli uomini – e si caratterizza per un particolare tipo di dolore che coinvolge un solo lato del capo (dal greco hìmi, mezzo, e kranìon, cranio).
Esistono due tipologie di emicrania, con aura e senza aura. In comune hanno il modo in cui si manifestano le crisi: il dolore si irradia in una metà della testa, dalla tempia alla parte interna intorno all’occhio. Lieve all’inizio, l’emicrania tende ad aumentare di intensità fino a diventare forte e pulsante e a provocare sofferenza al minimo movimento. Talvolta possono comparire anche nausea, vomito, intolleranza al rumore e alla luce, brividi incontrollabili come se facesse molto freddo. Con il venir meno del dolore si può presentare un senso di spossatezza che fa cadere in un sonno profondo.
Questi attacchi durano da un minimo di quattro ore, fino anche a tre giorni, se non si segue una terapia farmacologica. La frequenza è varia: nella maggior parte dei casi, però, queste crisi tendono a ripetersi da una a quattro volte al mese. L’emicrania senza aura è la forma più diffusa: riguarda circa 180% dei casi. Talvolta i disturbi sono preceduti nelle ore o nel giorno antecedente da una serie di segnali, I più comuni sono: sonnolenza ingiustificata, irritabilità, sete, tendenza a cambiare umore e desiderio di particolari cibi come i dolci. Tutti si risolvono da sé prima che inizi l’attacco.
Nell’emicrania con aura, invece, le crisi dolorose sono precedute circa mezz’ora prima da una serie di sintomi di tipo neurologico piuttosto particolari: piccoli abbagliamenti simili a quelli che si notano dopo aver fissato a lungo una fonte luminosa, flash scintil lanti, perdita della vista in un’area parziale dell’occhio, oscuramento o annebbiamento del campo visivo e sensazione di odori o sapori particolari. Tali sintomi possono anche accompagnare i dolori veri e propri.
Gli attacchi si manifestano, però, quando entrano in azione alcuni fattori estremamente individuali: ciascuno infatti ha il proprio elenco di comportamenti negativi responsabili delle crisi.
• Alcuni elementi scatenanti sono uguali per uomini e donne: tra questi, il più diffuso, soprattutto per chi vive in città, è lo stress. Gli stimoli esterni raggiungono il sistema ner- voso centrale, quello responsabile delle azioni e del pensiero, che è connesso al siste- ma nervoso autonomo da alcune zone di collegamento come il talamo (dove arrivano e partono le fibre nervose di entrambi i sistemi). Quando lo stress dà luogo a uno stato di nervosismo, tale stimolo viene trasmesso all’organo del corpo più fragile e, in chi ha già la predisposizione all’emicrania, determina l’insorgenza del malessere.
• Durante il week-end, al termine di un’intensa settimana lavorativa, si può scatenare l’e- micrania. In questo caso si verifica una situazione di segno opposto: un eccessivo rilassamento dopo un periodo di forte tensione si comporta da causa scatenante. Possono agire negativamente anche i cambiamenti nella routine quotidiana (tipici del sabato e della domenica), come dormire più del solito e fare colazione più tardi.
• Anche gli alimenti giocano un ruolo importante, specialmente quelli che contengono nitrati, glutammato e tiramina. Queste sostanze – i principali imputati sono la cioccolata, i formaggi stagionati, gli insaccati, le carni affumicate, alcune qualità di dadi per brodo e la frutta secca – scatenano nell’organismo una reazione simile a una forma di intolleran za. Le bevande alcoliche possono dare luogo all’emicrania: tra i responsabili vi sono alcune sostanze come la tiramina. Va ricordato, inoltre, che l’alcol svolge in generale un’azione “meccanica”, dal momento che provoca una vasodilatazione.
• Altrettanto a rischio sono i fattori ambientali: per esempio, i repentini cambiamenti di temperatura, come il passaggio da un regime climatico naturale a uno eccessivamente climatizzato, l’esposizione al sole, perché il caldo agisce da vasodilatatore, e le variazioni di pressione come quando si effettua una salita in montagna. Persino le modificazioni meteorologiche possono provocare una crisi: è il caso dello scirocco o dell’arrivo di un intenso temporale.
• In chi ha la predisposizione, possono determinare un attacco il rumore eccessivo, gli odori pungenti o molto intensi e le sostanze inquinanti. Anche il fumo di sigaretta può diventare un fattore scatenante: il monossido di carbonio aspirato diminuisce la concentrazione di ossigeno nel sangue che induce un temporaneo restringimento del calibro dei vasi sanguigni. Si tratta di un cambiamento brusco a cui l’organismo può reagire con un attacco di emicrania.
• Uno sforzo esagerato o improvviso, come una corsa per prendere un mezzo pubblico, può provocare il mal di testa. In questo caso, a causano è l’aumento repentino, anche se temporaneo, della pressione arteriosa.