RICONOSCERE LE NECESSITA’, BISOGNI E VALORI

Quando proviamo emozioni negative il malessere è così forte che pur di uscire da questo stato tendiamo a dare la colpa a qualcun altro e diciamo “Sono arrabbiato perché tu/ perché i vicini/ perché mio padre/ perché il lavoro …. ecc. ecc.
Collocandoci nella posizione della vittima attribuiamo all’altro la responsabilità di ciò che viviamo, ci deresponsabilizziamo e diamo agli altri la “chiave” del nostro benessere.
Questo atteggiamento impedisce il cambiamento e ci fa rimanere nelle situazioni spiacevoli.
LE EMOZIONI E I SENTIMENTI SONO SEGNALI UTILI DA IDENTIFICARE E DISTINGUERE, quando sono negative SONO SEGNALI DI ALLARME, sono come le spie del cruscotto di un auto che segnalano se 1 funzione, 1 bisogno è soddisfatto o insoddisfatto, sono degli indicatori importanti.
Imparare a riconoscere le emozioni e le necessità che rivelano permette 2 grandi vantaggi:
1) RINUNCIARE AD ESSERE DELLE VITTIME INDIFESE E LIBERARCI DALLA DIPENDENZA DAGLI ALTRI, DANDOCI VALORE E STIMA
Esempio è molto diverso se di me penso:
“Mi sento manipolato” rispetto a “Mi sento triste e in collera, ho bisogno di essere rispettato.”
2) IMPARARE A PARLARE DI ME, AVERE COSCIENZA DI COSA SENTO E DI COSA HO BISOGNO E PERMETTERE CHE L’ALTRO CAPISCA COSA PROVO, COME STO, DI COSA HO BISOGNO, in questo modo creo la possibilità di un incontro, facendo si che l’altro recepisca il mio messaggio, liberandolo da tutto ciò che crea separazione, divisione, opposizione
CIO’ CHE DICONO E FANNO GLI ALTRI può essere lo stimolo ma NON E’ MAI LA CAUSA DEI NOSTRI SENTIMENTI.
I nostri sentimenti sono il risultato di come decidiamo “prendere” ciò che ci dicono e fanno gli altri.
Riconoscere questo ci porta ad accettare la responsabilità di ciò che facciamo e pensiamo per generare i nostri sentimenti.
Di fronte a un messaggio negativo possiamo scegliere tra almeno 4 possibilità:
Ad esempio se ci dicono “SEI LA PERSONA PIU’ EGOISTA CHE HO CONOSCIUTO IN VITA MIA”
1) Possiamo sentirci colpevoli: “Si, sono egoista e dovrei essere più sensibile con gli altri”
In questo modo accettiamo il punto di vista dell’altro e ci facciamo carico della colpa, questo attacca la nostra autostima e ci costa un prezzo elevato: ci sentiamo colpevoli, depressi carichi di vergogna
2) Possiamo dare la colpa all’altro e contrattaccare: “Non hai diritto a dirmi questo, con tutto quello che faccio sempre per venire incontro alle tue esigenze, l’egoista vero sei tu!”
Restituiamo protestando, ci arrabbiamo, finiamo litigando.
3) Possiamo ascoltare i nostri sentimenti e necessità: “Quando mi dici che sono egoista mi sento triste e stanco perché vorrei anche che tu riconoscessi gli sforzi che faccio spesso per venire incontro alle tue necessità”
Centrando l’attenzione in noi scopriamo cosa ci ferisce di più e quale bisogno non viene soddisfatto.
4) Possiamo usare l’empatia per capire i sentimenti e le necessità dell’altro: “Ti senti offesa perché avresti bisogno che si tenessero più in conto le tue necessità?”
Invece di colpevolizzarci o colpevolizzare l’altro per ciò che ha detto ci mettiamo in un atteggiamento empatico che cerca di chiarire cosa l’altro esattamente prova e di cosa ha bisogno.
sezione a cura della Dottoressa Laura Talamoni