
Il medico, di fronte alla febbre e senza altri sintomi, cercherà di basare la sua diagnosi anche sulla accelerazione del polso, che di solito è proporzionale all’aumento della temperatura corporea: un grado di aumento della temperatura corrisponde a circa 8 pulsazioni in più al minuto.
Al medico interesserà anche il ritmo della respirazione (che può arrivare anche a 40 movimenti al minuto).
• Il paziente durante un episodio febbrile può provare malessere generale, abbattimento, depressione, torpore, oppure eccitazione e delirio. In ogni caso quando l’ammalato respira rapidamente, ha il polso rapidissimo e ha una temperatura a 41°- 42° C si può,affermare di essere in presenza di un’affezione abbastanza importante.
• La febbre che dura un giorno o due, che inizia bruscamente e che finisce abbastanza bruscamente, in genere è il segno di una tonsillite o di un’influenza.
La febbricola invece, e cioè la febbre leggera, che tende a scomparire al mattino, ma che poi si ripresenta puntualmente col progredire della giornata, può essere sia il sintomo di un fatto banale sia il segnale d’allarme di una malattia abbastanza importante.
• Non di rado la febbre porta con sé alcune turbe della digestione, il vomito, la diminuzione del volume delle urine, la secchezza delle fauci e della lingua. Il dimagrimento, che si avverte alla fine di una malattia, è in gran parte dovuto all’eccesso di combustione che l’organismo ha presentato per l’aumento della temperatura del corpo.
La febbre è sicuramente il sintomo più frequente che possa colpire l’uomo ed è sempre l’espressione di un fenomeno che va comunque segnalato al medico.
tratto dalla biblioteca pratica di Amica