La cornea e l’iride, gli elementi fondamentali del cosiddetto « segmento anteriore » dell’occhio, per il loro compito nella funzione visiva sono paragonabili ad una lente trasparente ed al diaframma di una macchina fotografica.
Cornea ed iride costituiscono in un certo senso un piccolo sistema, perfettamente correlato nell’ambito dell’occhio, così come a sua volta l’occhio presenta con le altre parti dell’organismo correlazioni riflesse e volontarie.
La cornea è quella membrana, perfettamente trasparente allo stato normale, che costituisce la parte anteriore della capsula fibrosa dell’occhio, ed in particolare la zona centrale della porzione del bulbo oculare visibile tra le palpebre aperte.
L’iride è una membrana a forma di anello che delimita la pupilla; si presenta di colore diverso nei singoli individui, a seconda della quantità e della disposizione di pigmento.
I processi morbosi di cornea ed iride sono spesso associati, sia pure con diverso grado di compartecipazione delle due strutture.
Le affezioni che interessano la cornea possono avere causa infiammatoria, ovvero degenerativa, ed assumono in generale il nome di cheratiti.
Possono essere acute, subacute o croniche, a seconda delle modalità di decorso; superficiali o profonde, a seconda degli strati di cornea interessati; hanno causa per lo più infettiva, spesso col concorso di traumi, dell’azione di agenti fisico-chimici o della predisposizione dell’organismo colpito da malattie generali debilitanti. Talora sono secondarie ad altre affezioni dell’occhio.
I sintomi più comuni sono: fotofobia (intolleranza alla luce), lacrimazione, senso di fastidio o vero dolore; a volte subentra, invece, anestesia corneale per la distruzione progressiva di nervi sensitivi della cornea. Più o meno accentuata è la diminuzione visiva, causata dalI’intorbidamento della cornea, che viene a perdere la sua trasparenza.
I segni riscontrabili obiettivamente sono: arrossamento periferico tutt’intorno alla cornea o prevalente in un settore, presenza di opacità o di ulcerazioni della cornea; gli altri segni non sono apprezzabili ad occhio nudo, ma solo con l’aiuto di speciali apparecchi.
Se non sono forme superficiali, facilmente lasciano come esito delle cicatrici sulla cornea, cioè “macchie” che corrispondono a punti di perduta trasparenza della medesima.
Gravi e purtroppo non rare sono le ferite bulbari con interessamento della cornea: ferite che –anche se ben cicatrizzate – lasciano spesso come reliquato una diminuita funzionalità visiva.
Nelle iriti , che spesso si denominano iridocicliti per compartecipazione al processo infiammatorio del « corpo ciliare » (una struttura strettamente collegata con l’iride ma non visibile all’osservazione estena dell’occhio) è spesso in causa una malattia generale, un’infiammazione cronica a focolaio silente (tonsilliti, granulomi dentari, affezioni bronco-polmonari, malattie reumatiche, ecc.).
I sintomi sono per il paziente non molto disimili da quelli delle cheratiti.
Obiettivamente si può notare la pupilla dell’occhio colpito più ristretta della controlaterale, l’iride di aspetto torbido, scolorato; arrossamento attorno alla cornea. Altri segni più probativi sono accertabili soltanto dallo specialista.
La terapia delle cheratiti e delle iriti è sia locale che generale: richiede comunque un controllo assiduo da parte dello specialista. In molti casi è consigliabile il ricovero in ospedale.
La terapia locale si avvale di “midriatici” (sostanze che dilatano la pupilla); di antibiotici sotto forma di colliri e di pomate oftalmiche; di prodotti cicatrizzanti nel caso di perdite di sostanza corneale; di derivati del cortisone in preparazioni oftalmiche, nelle iridocicliti ed anche nelle cheratiti profonde, senza ulcerazioni della cornea.
La terapia generale è di valido aiuto: con gli antibiotici ed i preparati anti-infettivi ed anti-infiammatori attualmente in commercio si riesce oggi ad avere ragione di molteplici affezioni oculari, non altrimenti dominabili con la sola terapia locale.
Anche la sclera, cioè la membrana bianca dell’occhio rivestita dalla congiuntiva, può andare incontro a processi infiammatori: episcierite e sclerite, affezioni spesso in relazione con malattie generali e a volte (la sclerite) con complicazioni a carico della cornea e dell’iride.
Sclerite ed episcierite possono essere confuse dal profano con le congiuntiviti, dalle quali però è sufficiente a differenziarle la mancanza di secrezione e la presenza di una certa dolenzia spontanea.
Anche in queste affezioni è utile associare ad una terapia locale una cura generale di una presunta o riconosciuta affezione causale. Se non sempre necessario, è per lo meno sempre utile il controllo del paziente da parte di altri specialisti: il dentista, l’otoiatra, il radiologo.
Questi controlli specialmente nelle iriti, aiutano a combattere meglio le cause della malattia ed eventualmente a prevenirne complicazioni o recidive.
Tratto dal libro “Igiene e Malattie degli Occhi” R.J Schillinger e P.Lodi Menestrina – ed.ADV Firenze