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I rituali della nanna

Come dovrebbe essere costituito il rituale della nanna ?


Anzitutto, il rituale della nanna dovrebbe armonizzarsi con le abitudini della famiglia.

Prima del momento vero e proprio di mettersi a letto, il rituale comincia per lo più con i giochi, poi viene la pulizia serale (svestirsi, lavarsi, pulirsi i denti), dopo mamma e papà possono leggere una favola o possono guardare un libro illustrato insieme al piccolo, cantare una canzoncina o recitare una preghiera, e alla fine c’è l’augurio della buonanotte.

Se la giornata è stata intensa, si può anche parlarne un po’ insieme e fare piani per il giorno successivo. In altre parole, sarete voi a sviluppare un rituale vostro che si adatti alle preferenze e alle abitudini della famiglia.
Due elementi sono essenziali nel rituale: il bambino dovrebbe prendere parte alla decisione dei contenuti e il rituale deve svolgersi ogni sera in modo quanto più possibile uniforme.
In genere, la ripetitività non è affatto noiosa per il bambino (diversamente da noi adulti), tanto che alcuni bambini arrivano a voler guardare lo stesso libro illustrato o ascoltare la stessa fiaba anche per sei mesi.
Infatti, questo rituale trasmette sicurezza e familiarità, favorendo il sonno.
Il rito della nanna permette un passaggio rilassato dal giorno alla notte e facilita al piccino il distacco dai genitori.
La maggior parte dei riti dovrebbe essere svolta dopo aver messo il bambino a nanna, così il piccolo può stare ancora un po’ in compagnia dei genitori.
Di recente nostra figlia chiede sempre un’altra storia, poi un’altra ninnananna e via dicendo. 
Passa almeno un’ora prima che crolli dal sonno.
A volte, nella primissima infanzia, i bambini fanno fatica ad andare a dormire, perché si rendono conto che da quel momento devono separarsi dai genitori per un periodo di tempo.
Cercano dunque di posticipare questo momento quanto più possibile. Il tempo trascorso di sera con mamma e papà è troppo bello per interrompersi e addormentarsi.
Tuttavia, evitate di trasformare il rito della nanna in un programma che riempie l’intera serata. La cosa migliore è stabilire con il bambino precisamente quante storie leggere oppure quante canzoni cantare.
Attenetevi a quanto concordato con fermezza affettuosa e non lasciatevi convincere dalla piccola ad aumentare il numero delle attività.
Alcuni genitori puntano un piccolo timer da cucina e dopo trenta minuti esatti augurano al figlio la buonanotte. Inoltre, è importante che i genitori svolgano il rituale con una certa tranquillità.
Se infatti il piccino percepisce nell’adulto frenesia e inquietudine, magari perché non vuole perdere il film della sera o il telegiornale o perché vuole uscire, si sentirà in qualche modo respinto e farà di tutto per rimandare il momento del sonno.
Se avete dei progetti per la sera, cercate di far iniziare il rituale della buonanotte un po’ prima per evitare di dover fare le cose di corsa.
Il nostro bambino vorrebbe dormire sempre e solo se c’è luce.  
Non è che lo viziamo troppo se gliela lasciamo?
Questa piccola tecnica prendi-sonno non è affatto un capriccio; infatti, la maggior parte dei bambini la adotta prima o poi.
La luce ha un effetto tranquillizzante, previene i terrori notturni e agevola così l’addormentamento. Impiegate una luce antibuio da applicare direttamente alla presa o un interruttore crepuscolare per avere una luce soffusa.
La luce è sufficiente perché il bambino si orienti nella camera e non abbia paura.
Altri piccoli sistemi di addormentamento sono i pupazzetti da coccolare o la bambola prediletta che aiutano il bambino a consolarsi della separazione dai genitori.
La nostra piccola di due anni vuole spesso che le lasciamo la porta della cameretta socchiusa. 
Non è che i rumori che facciamo la disturbano mentre dorme?
Si tratta di un timore infondato.
Al contrario, i rumori che la piccola sente in casa possono favorire il suo sonno, perché non si sente sola e percepisce la presenza di altre persone.
Questo trasmette sicurezza ed è importante per un addormentamento sereno.
Già durante la giornata è possibile prevenire i problemi che incontra il piccolo al momento di addormentarsi?
Come già detto, i problemi serali dipendono dal fatto che i bambini piccoli fanno ancora fatica a separarsi dai genitori.
A volte il bimbo strilla anche di giorno nel momento in cui perde di vista le persone a lui familiari, perché queste per esempio escono brevemente dalla stanza.
Tra il secondo e il terzo anno di vita il bambino deve imparare ad affrontare le piccole separazioni e apprende che le cose che scompaiono poi ricompaiono.
Si parla in questo caso di «permanenza dell’oggetto».
E’ possibile aiutare lo sviluppo della permanenza dell’oggetto ad esempio attraverso il gioco del cucù, amato da tutti i bambini in quest’età, tanto che non ne sono mai sazi.
Per esempio l’adulto fa sparire una palla dietro alla schiena, il bambino guarda stupefatto o addirittura spaventato, e all’improvviso la palla ricompare dall’altra parte, con enorme gioia del piccolo; oppure la mamma scompare dietro l’armadio e ricompare pochi secondi dopo con un sorriso.
Con il passare del tempo si aggiungono ulteriori mini-distacchi che il bambino può comprendere, per esempio la mamma va in cucina per breve tempo e il piccolo rimane in soggiorno, oppure la mamma va in cantina (ovviamente dopo averlo detto al figlio) e torna dopo qualche minuto.
Attraverso questi piccoli esercizi di separazione il piccolo impara che i genitori non spariscono davvero, ma che può fare affidamento sui loro ritorno.
Quando il piccolo avrà sviluppato la permanenza dell’oggetto, lo si può anche affidare a una persona di fiducia per brevi periodi. In questo modo il bambino impara a sentirsi sicuro e ad avere fiducia che i genitori non intendono abbandonano. Il bimbo ha bisogno di questa fiducia la sera quando la separazione dai genitori è inevitabile; un bambino che si è «allenato ai distacchi» può applicare le esperienze del giorno alla notte e non si lascia sopraffare dal timore che i genitori lo vogliano lasciare.
Essenziale in questi esercizi e giochi di separazione, tuttavia, è l’assoluta affidabilità dei genitori che devono tornare davvero dopo l’intervallo di tempo concordato o che devono essere presenti quando di notte il piccolo si sveglia.
Per prevenire i disturbi dell’addormentamento e i frequenti risvegli notturni è utile seguire anche il rituale della nanna.
Dopo aver augurato buonanotte, la nostra piccola di due anni e mezzo torna spesso da noi e vuole fare la pipì. E’ solo da poco che sa controllare la vescica.  
Poco prima della nanna va sempre sul suo vasino e di notte porta ancora il pannolino.
In effetti i bambini che hanno imparato da poco a controllare la vescica non sono ancora capaci di fare la pipì «preventivamente».
Perciò è plausibile che la piccola senta la necessità di fare pipì soltanto dopo essere portata a letto.
Tuttavia, è molto più verosimile che faccia ancora fatica a separarsi da voi per la notte.
Per lenire quest’ansia da separazione è utile ricorrere a un rituale della nanna che si ripeta sempre in modo uniforme e che trasmetta alla bambina sicurezza, favorendo un sonno tranquillo.
Se in questo rituale della nanna includete un giro al vasino, potete essere sicuri che non bagnerà il letto dopo cinque minuti.
Di conseguenza non dovete assecondare ulteriori desideri di fare la pipì, ma semplicemente riportare la bimba a letto.

tratto da “Il sonno dei bambini”  – di Sabine Friedrich

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