In cosa consiste e perché viene richiesto l’esame di biopsia testicolare?

Le indicazioni alla biopsia testicolare sono due:
a) se ci sono problemi di fertilità, cioè assenza o scarso numero di spermatozoi nel liquido seminale, bisogna accertare la causa di questa scarsità, prima di assoggettare il paziente a lunghi e dispendiosi cicli di terapia ormonale;
b) ogniqualvolta si sospetti la presenza di un tumore in un testicolo, se ne deve eseguire la biopsia e toglierlo, nel caso risulti maligno.
Preparazione necessaria
Nessuna.
Come viene eseguito l’esame di biopsia testicolare?
La cute dello scroto viene accuratamente detersa con una soluzione antisettica e isolata con teli sterili.
L’iniezione dell’anestetico locale nel sottocutaneo e nei tessuti più profondi è accompagnata da una sensazione di puntura e bruciore.
Viene praticata una piccola incisione lunga un centimetro sulla cute dello scroto al di sopra dei testicoli e si preleva un pezzettino di tessuto testicolare, utilizzando una forbicina.
Il testicolo viene poi suturato con un filo sottile e, quindi, viene suturata anche la cute.
La ferita viene coperta con una medicazione e lo scroto viene sostenuto con un sospensorio.
Dove e da chi viene eseguito l’esame?
Può essere eseguito ambulatorialmente o in ospedale. Viene sempre eseguito da un medico.
Quanto tempo dura?
Da quindici a venti minuti.
Come ci si sente?
L’esame non dovrebbe provocare dolore. Lo scroto e il testicolo possono rimanere dolenti per 24-48 ore dopo l’esame e può comparire qualche macchia nero-bluastra, senza però gravi disturbi per il paziente.
Rischi connessi
I rischi sono pochi. Può verificarsi un’infezione, ma si tratta di una rara eventualità.
tratto dal libro “Gli Esami Clinici” di Mario Laffey Fox e Truman G. Schnabel – Ed. Euroclub