Le Magnesia Phosphorica sono persone stanche, esauste, svogliate, disattente, languide e nemiche di ogni sforzo mentale, smemorate, incapaci di pensare chiaramente, sonnolente se tentano di studiare.
Se aggiungiamo che amano lo zucchero e le bevande fredde di frigorifero non potrete fare a meno di pensare certi studentelli che… «Chissà che cosa riuscirà a combinare quello lì?..Ma non riesci a stare un pò attento!!!» ed ecco che scoppia in lacrime lamentandosi.
Quindi lo si userà per prima cosa come rimedio degli studenti e degli scolari che non ce la fanno.
Altro uso sono le nevralgie e i dolori; i dolori sono come lampi, crampoidi, perforanti e soprattutto, rendono prostrati.
Possono venire con improvvisa brutalità e così andarsene.
I titpi Magnesia Phosphorica sono aggravati dal freddo, dal vento, dal toccamento, dall’acqua fredda, dalla corrente d’aria, di notte; sono migliorati dal caldo, dalle applicazioni calde e dalla pressione, massaggiandosi e piegandosi in due.
La cefalea parte dall’occipite, si estende alla testa e arriva sopra gli occhi, di più sulla destra; è migliorata da applicazioni calde.
La nevralgia del trigemino con i caratteri tipici dei dolori di Magnesia phosphorica è a destra, per lo più. Migliorata come sopra. Dolori spasmodici sopra l’orbita oculare con spasmo dei muscoli facciali.
Contrazione spasmodica del laringe con impossibilità di inghiottire liquidi; laringismo stridulo. Tosse parossistica con impossibilita di coricarsi o di parlare coerentemente.
Coliche flatulente. Il paziente si piega in due dai dolori (vedi Colocynthis), preme l’addome con gli avambracci e vuole la borsa dell’acqua calda.
Il passaggio di ventosità non allevia.
Il bambino Magnesia Phosphorica piega le cosce sull’addome e strilla come un indemoniato. Le applicazioni calde lo calmano un pò.
La stessa cosa accade alle donne prima delle mestruazioni, prima che il flusso prenda corso.
Il rimedio Magnesia Phosphorica agisce meglio se bevuto dopo averlo sciolto in acqua calda.
tratti dal libro “Manuale pratico di Omeopatia” di Ruggero Dujany edito da Red/Studio redazionale